Zappa sui piedi
By Daniele Ionio
Frank Zappa, capo del complesso « Mothers of Inventions », persegue lo scopo di « disprezzare il pubblico per svegliarlo ». Dice di se stesso: « Sono così repellente che sarebbe meglio non mi mostrassi alla gente per non spaventarla... ». I testi delle canzoni sono talmente scabrosi che la casa discografica rifiuta di stamparli sulla copertina dei dischi.
Nuovi suoni, nuove idee, nuovi personaggi appaiono sulla scena musicale inglese e americana. Non sempre in Italia questi nuovi personaggi vengono fatti conoscere. E' il caso, ad esempio, delle Mothers of Invention, un complesso californiano che ha suscitato vivaci polemiche in patria e in Inghilterra, dove ha compiuto recentemente una tournée. Cosi, abbiamo pensato di aiutarvi a conoscere questi incredibili personaggi.
Prima di scrivere questo articolo, abbiamo chiesto dischi, fotografie ed altre informazioni alla casa italiana che rappresenta l'etichetta americana per cui le Mothers of Invention incidono. Indovinate che cosa ci hanno risposto. « Ma chi sono costoro? ». Inutile aggiungere, a questo punto, che i dischi delle Mothers of Invention dovrete ordinarli all'estero o farveli arrivare dal vostro negoziante.
« Defecare sul pubblico è una necessità, oggi, in America ». Con questa affermazione, attraverso la bocca di Frank Zappa, loro leader e paroliere, commentano la propria musica e il proprio « far spettacolo » le Mothers of Invention, il più choccante, provocatorio, anticonformista e beffardo complesso americano.
Anche le Mothers of Invention, come quasi tutti i nuovi complessi, o, comunque, quasi tutti i migliori complessi americani, sono della California, nuova patria della musica U.S.A.
« Sono nato a Baltimore, Maryland, il 21 dicembre 1940 e sono cresciuto in California. Musicista, compositore autodidatta... blah, blah blah... A undici anni ero alto un metro un metro e venti con le gambe pelose e un baffo... Sposato a vent'anni... una graziosa ragazza: le ho quasi rovinato la vita, chiesto il divorzio, entrato in uno studio di registrazione, fatta unione con Ray, Jim e Roy... »: così si presenta Frank Zappa.
« Le sue performances in pubblico con il complesso sono rare. La sua personalità è così repellente che è meglio per lui non mostrarsi in pubblico... per la salvezza delle giovani menti impressionabili che potrebbero non essere preparate ad affrontarlo. Quando si fa vedere, suona la chitarra. Qualche volta canta. Talaltra parla con il pubblico. Talvolta succedono disordini ». Così, Frank Zappa si fa presentare sulle note di copertina del primo album delle Mothers of Invention, « Freak Out! ».
Fedele a questa descrizione, che lui stesso ha evidentemente dettato, Frank Zappa appare in una grossa foto, pubblicata sul giornale inglese « International Times », assolutamente nudo (a parte il lungo viso glabro rivestito di lunghissimi capelli e di un paio di mustacchioni) , assolutamente nudo e seduto, così, su un W.C.
Provocazione? Certo. Ciò che può dar fastidio, ciò che può, come dice appunto Zappa, ripugnare, diventa un'arma esplosiva che le Mothers (già: così in un primo tempo volevano semplicemente chiamarsi. Ma, poiché « madri » ha in americano un doppio senso, la casa discografica li ha costretti ad allungare il nome in Mothers of Invention) caricano per sparare contro il pubblico. « La gente di plastica ha subìto un tale lavaggio del cervello che è necessario creare un grosso choc, altrimenti non si sveglia ».
Secondo le Mothers of Invention, l'arte serve ad eccitare il pubblico. E loro ci riescono, infatti. Un episodio: durante una loro apparizione al Garrick Theatre di San Francisco, un tale che stava tranquillamente dormendo in poltrona si alzò improvvisamente in piedi mettendosi a cantare « Louie, Louie », accompagnato dalle Mothers! « Da zero a " Louie, Louie " non è male! » commenta Zappa.
« Louie, Louie » è una vecchia canzoncina, trita e banale, che Ray Collins, armonicista, cantante e suonatore di diversi altri strumenti, ama suonare in ogni esibizione, naturalmente con chiara intenzione denigratoria. A Londra, durante la recente tournée delle « Madri dell'Invenzione », Ray ha fatta sganasciare dalle risa gli spettatori salendo rapidamente fino all'antico, glorioso organo da teatro per suonarvi « Louie, Louie ».
L'apparizione delle sette Mothers su un palcoscenico costituisce già un incredibile spettacolo: il primo a entrare è Frank Zappa, poi gli altri, uno alla volta, il pingue e immusonito batterista Billy Mundi, Roy Estrada, basso elettrico (definito da un critico inglese « simile a un anarchico polacco »), Don Preston, che s'alterna al piano, all'organo e al clavicembalo, poi Bunk Gardner, alle prese con una serie di strumenti a fiato, Jim Black, suonatore di gong, confondibile « con un bandido messicano », quindi, moderno vikingo, Ray Collins. Zappa, per tutto il tempo, si è disinteressato del pubblico, accordando la chitarra. Quando tutte le Mothers sono in scena, s'avvicina al microfono, lo afferra e guardando gli spettatori bofonchia: « Hello, maiali ». Qualcuno si agita sulla poltrona.
Il primo album che il complesso ha inciso per la Verve-MGM s'intitola « Freak Out! » e comprende due 33 giri. Nel « freak out », precisa l'introduzione all'album, « i partecipanti, già emancipati dalla nostra nazionale " schiavitù sociale ", vestiti secondo la loro ispirazione, si realizzano come un gruppo, qualunque sia il potenziale di libera espressione posseduto ».
Il maggior bersaglio delle Mothers of Invention è appunto la « schiavitù sociale » di oggi, l'inibizione, la stupidità, la rinuncia a pensare con la propria testa. Insomma, la società dei consumi. Le vittime di tutto questo, Zappa le definisce « gente di plastica ». « Io ho alzato la faccia ed ho visto una luna di neon, per anni ho cercato e non ho trovato amore. Sono sicuro che l'amore non sarà mai un prodotto di plastica »: così dicono gli ultimi versi della canzone « Plastic People ».
Freak Out! ha mozzato il fiato a molti americani: « Motherly Love » (« Maternamente amore ») è « dedicato al pubblico femminile per informarlo dei possibili piaceri che potrebbero trarre da un contatto sociale con noi. Canzone triviale ». « How Could I Be Such A Fool » (« Come potrei essere talmente folle... ») « non significherà nulla per voi, siccome siete dei giovani americani {siccome americani) ». « Trouble Every Day » (« Disordini ogni giorno ») è stato scritto « durante le giornate di Watts ed esprime i miei sentimenti sulla situazione razziale in genere ».
Tuttavia, le canzoni del secondo album delle Mothers, « Absolutely Free », hanno messo ancora più in crisi i dirigenti della Verve-MGM, i quali, per paura di noie, hanno rifiutato la proposta del complesso di corredare l'album con i testi delle canzoni {le parole, infatti, non si percepiscono ascoltanto queste esecuzioni). Chi volesse possedere il libretto con i testi può scrivere a: The Mothers' Idea Fund. P.O. Box 56399, Los Angeles, California, 90036, precisando la richiesta del libretto, onde evitare che vi spediscano una copia della pittoresca mappa « freak out » di Los Angeles inventata da Frank Zappa.
L'ufficio legale della MGM voleva censurare soprattutto la canzone « Brown Shoes Don't Make It », violenta satira di dirigenti politici americani. C'e una frase che dice: « E' una ragazzina di soli 13 anni e sa come fare il " bisogno ". E' una giovane sporca mente corrotta... ». « Quelli della MGM » dice Zappa « volevano censurare, indovinate un po' che casa? No, non " fare il bisogno ", ma " ha solo tredici anni "! » E, più avanti, si legge: « Mi piacerebbe che questa mia ragazzina facesse il bisogno nella sala della Casa Bianca ». I soliti della MGM, racconta Zappa, volevano modificare il verso così: « mi piacerebbe che questa mia ragazzina facesse le parole incrociate sul retro della " TV Guide " », (una specie di « Radiocorriere » americano).
Le Mothers of Invention, oltre che avere inventato una nuova, originalissima musica, hanno anche progetti più complessi e ambiziosi nei confronti della società americana: « Creare una cosa da chiamare Partito Interessato o Consapevole, una specie di terzo, anzi, di secondo partito americano » spiega Zappa. « Cioè: in ogni cittadina c'è un ragazzo che si rende conto di quanto avviene e tutti lo giudicano lo scemo del villaggio, ed invece è il solo che vede giusto. Noi abbiamo l'opportunità di raggiungere questi elementi, perché essi ci cercano, ci trovano, ci dicono: " Forse c'è una possibilità di cambiare le cose ". Noi abbiamo raggiunto la maggior parte di questi elementi nelle varie città. Molti ci hanno scritto, altri hanno fiutato qualcosa e sanno perlomeno che qualcuno la pensa come loro. Ritengo che quanto facciamo sia costruttivo, anche se molta gente superficialmente prova fastidio per questi suoni, per il nostro aspetto, per alcune delle nostre scene grottesche in palcoscenico. Ma sono tutti elementi terapeutici per creare lo choc necessario ».
Secondo Zappa, non è con gli atteggiamenti dei « Flowers Children » che si potrà cambiare il mondo. « Quanto fanno mi sembra dimostrare la loro incapacità di amare. Desiderano poter amare ma non fanno altro che bamboleggiarsi ripetendo: "Io amo! Io amo! Io amo! ". E più lo dicono, più credono di amare. Ma la cosa, in realtà, non funziona e non hanno il coraggio di riconoscere che si tratta soltanto di una bugia ».
Per Zappa, cambiare la società non significa conquistare il potere: « Si tratta, a nostro avviso, di modificare il sistema per renderlo adatto a viverci. I principi democratici oggi non vengono applicati, mentre, con una popolazione educata, consapevole, la democrazia funzionerebbe. Così, l'importante è modificare il sistema di educazione. Del resto, noi abbiamo grande interesse per gli studenti, perché essi sembrano l'unica gente viva in circolazione ».
Modificare la società è possibile offrendo agli americani degli esempi del loro modo di vivere: « Soltanto con degli esempi potete insegnare a loro qualcosa, perché sono ormai giunti a un punto in cui non crederanno più a ciò che dite loro. Ad esempio, il sistema pubblicitario americano, uno dei maggiori malanni della società contemporanea: l'idea di spingere la genie ad acquistare cose di cui non hanno affatto bisogno è moralmente sbagliata. E l'unico modo di spingerli a capire questo è di esagerare il fatto ».
Così, « per riuscire veramente ad amare, bisogna evocare l'odio, concentrare l'attenzione sull'odio, perché l'odio è l'assoluta negazione dell'amore. E' più facile fare impazzire qualcuno che farlo amare ». Ma è possibile l'amore in una società basata sull'odio?
« Perché no? Io credo in George Harrison quando, nella canzone " Within You Without You ", dice di poter cambiare il mondo con l'amore, purché si possegga realmente l'amore, e non le piume e i fiori degli hippies. Se uno vuole essere davvero un ribelle, deve onestamente cercare di amare qualcosa, fino a fare qualcosa per questo scopo. Allora, quando avrete abbastanza gente che crede in questa specie di attivismo, non riuscirete più a fermarli, qualunque sia il loro aspetto, dovunque essi vivano, perché questa è gente che può smuovere le montagne ».
Alla fine, dice Frank Zappa, l'attuale società si distruggerà da sola senza spargimento di sangue. « Basta usare il sistema contro se stesso, per purgarlo. Oggi, una rivoluzione può essere fatta usando i mezzi della diffusione di massa, quelli che Madison Avenue usa per vendervi le lavatrici e tutto il resto. Ci sono tecniche di cui loro non sospettano neppure l'esistenza. Essi hanno la tendenza a ridurre tutto ad una formula e non sospettano che cosa si nasconda dietro la facciata della gioventù americana. L'industria vuol far soldi: anch'io sto per entrare nella fase in cui verrò usato dall'industria per vendere prodotti. Molte industrie sono oggi consapevoli di trovarsi in un vicolo chiuso: per vendere i loro prodotti nel mercato giovanile, uno dei più grossi mercati americani, lo stesso mercato che acquista la maggior parte dei dischi, si è arrivati alla curiosa situazione per cui le case discografiche stanno aiutandoci a divulgare idee e informazioni che provocheranno il risveglio dei giovani e forse la loro azione di distruzione di quanto esse hanno costruito. E non potranno farci nulla ».