Frank Zappa - Chunga's Revenge
By Enzo Caffarelli
FRANK ZAPPA. Chunga's revenge (Bizarre/Reprise)
Frank Zappa è prima di tutto un uomo estroso, pazzesco, discutibilissimo e discussissimo intorno ai suoi atteggiamenti apertamente provocatori nei confronti dell'establishment e della musica di quello (compresa la sua, perciò), dissacratori per eccellenza di ogni concetto tradizionale di purezza formale, sino ad aspetti clowneschi, tipo i baffi verdi delle sue Mothers. Questa dimensione gli consente un mito pubblicitario enorme, ma spesso risulta pericoloso nella misura in cui sopravanza le sue doti specifiche di musicista. Perché Zappa, oltre che uno show-man, è un ottimo chitarrista, e lo ha sempre dimostrato soltanto a tratti, esprimendo il meglio di sé stesso di quando in quando, e raramente impostando un'autentica ricerca creativa a livello individuale (più frequentemente a livello di gruppo). Tuttavia i risultati dei recenti referendum inglesi mostrano la grande stima di cui Zappa gode presso il pubblico nella categoria dei solisti, oltre a quella degli autori, degli arrangiatori, ecc.
« Chunga's revenge », come il precedente « Hot rats », vuol mettere in luce proprio gli aspetti più "musicali" e meno bluffistici e plateali del personaggio-Zappa. La musica propostaci è a base di blues, con qualche sconfinamento in un differente tipo di jazz, o in qualche momento di rock più consueto e meno impegnato.
Zappa è un chitarrista intelligente, padrone dello strumento, che amplifica e distorce a misura, e che abbandona esclusivamente in « The clap », per presentarsi nelle vesti di percussionista (un minuto e mezzo di « solo » con tom-tom e blocchi di legno vari), e nella prima parte della strumentale « Twenty small cigars », dove intreccia un duetto fra il clavicembalo suo ed il piano di Ian Underwood, su una base ritmica di fattura jazzistica. Più di una volta ricorda il Peter Green di « End of the game ». In bella evidenza pure nella lunga « The Nancy and Mary music », registrata dal vivo in studio, e in « Chunga's revenge », ove si sforza di far « parlare » lo strumento, per dirla in gergo.
Unica concessione all'atmosfera incantata e mistificatrice, da baraccone se vogliamo, in « Rudy wants to buy yez a drink », marcetta californiana ricca di coretti.
Fra i musicisti che accompagnano il leader, spiccano Ian Underwood, sempre poco apprezzato per quanto effettivamente egli valga, e Aynsley Dunbar, l'ex batterista di John Mayall. Al basso si alternano Max Bennett e Jeff Simmons. Raro l'impiego dei fiati, affidati al poliedrico Underwood, come in « Chunga's revenge », dove si produce in un'elegante performance al sax alto niente meno che distorto con wah-wah, mentre l'organo è nelle mani di Sugar Cane Harris, proprio il violinista di Mayall.
Un album questo che consiglio soprattutto a chi non conosce bene Zappa, perché ci offre la dimensione più concretamente accettabile del musicista.