Zappa: censura per "oscenità"

By Cristiano Mascalero

Qui Giovani, March 25, 1971


Proibito all'ultimo momento un suo recital alla Albert Hall - I motivi: il copione era pieno zeppo di incredibili "sudicerie"! - Frank Zappa ha citato per danni i dirigenti del celebre teatro - Le frasi incriminate - Un film sullo spettacolo censurato, con la partecipazione eccezionale di Ringo Starr.

LONDRA, marzo

E' accaduto a Londra nei giorni scorsi. Protagonista Frank Zappa, l'ormai noto capo del complesso Mothers of Invention, quell'individuo con barba e baffi alla D'Artagnan che dopo avere conquistato gli Stati Uniti ha rivolto la propria attenzione all'Europa, e in particolare all'Inghilterra. Qualche giorno fa Zappa doveva essere protagonista, nella celebre Alberi Hall di Londra, di uno spettacolo in cui il suo complesso era affiancato dalla Royal Philarmonic Orchestra. Ma a poche ore dallo spettacolo, quando centinaia di giovani già facevano la fila in attesa che si spalancassero i battenti, la direzione di quel teatro ha proibito il regolare svolgersi della serata, promettendo alle migliaia di persone che già avevano acquistato il biglietto di ingresso, un pronto rimborso.

I motivi? Le parole di alcune canzoni del repertorio di Frank Zappa erano considerate "oscene".

Lo spettacolo, a quanto mi ha spiegato lo stesso Zappa, avrebbe dovuto consistere in una ripetizione della colonna sonora del film che egli aveva appena terminato di girare in Inghilterra. Si tratta di "200 motels", il film che è costato nulla rispetto ai soliti bilanci cinematografici, e che è stato girato in soli cinque giorni con l'ausilio di una nuova tecnica, quella dei "videotape", cioè dei nastri magnetici per registrazione di tipo televisivo, facilmente trasferibili su pellicola per la programmazione nelle normali sale cinematografiche.

In effetti tutti i protagonisti del film avrebbero dovuto comparire alla Albert Hall. Tutti tranne uno: Ringo Starr, il Bestie che aveva acconsentito ad affiancarsi a Zappa per questo strano esperimento cinematografico.

Ma in che cosa consisteva la accusa di oscenità? Marion Herrod, una delle direttrici della Albert Hall, mi ha spiegato: « Il lavoro del signor Zappa conteneva troppe parole spiacevoli. Parte del copione era di una sudiceria incredibile, del tutto inaccettabile da parte del pubblico ».

« Ma, in fondo, non spetta al pubblico decidere che cosa vuole e che cosa non vuole vedere e sentire? ».

« E' vero che in Inghilterra non c'è più censura teatrale», mi ha risposto la signorina Herrod, « ma è anche vero che la Albert Hall ha una tradizione da conservare. E non dimentichiamo tutte le persone che hanno abbonamenti stagionali per assistere a tutti gli spettacoli messi in scena qui. Certamente la maggior parte di essi non avrebbe apprezzato le oscenità di Frank Zappa e dei suoi compari ».

« Sono accuse che non stanno in piedi », mi ha confidato il cantante. « Nel programma non c'è nessuna oscenità. Innanzitutto in nessuna delle scene compaiono dei nudi, come è ormai abituale in numerosi spettacoli messi in scena ogni sera nei maggiori teatri londinesi. Inoltre avevamo garantito alla direzione della Albert Hall che saremmo stati pronti ad escludere dal copione qualsiasi battuta che fosse stata ritenuta sconveniente. E' una situazione ridicola. Eravamo già comparsi alla Albert Hall nel '68, e allora nessuno aveva sollevato obiezioni. Ci è stato addirittura richiesto di garantire il comportamento degli spettatori. A parte il fatto che nella precedente occasione tutti i. nostri fans si erano comportati benissimo, mi pare che quella non dovrebbe essere una responsabilità nostra, bensì della polizia e del personale della Albert Hall ».

Le critiche, per essere precisi, si rivolgevano ad alcuni versetti in cui venivano pronunciate parole veramente scurrili. Ma Zappa si difende: « Sono parole ormai entrate nell'uso comune, parole che vengono ripetute ogni giorno, centinaia di volte, in tutti i teatri inglesi. E, comunque, se ci fosse stato chiesto saremmo anche stati disposti ad escluderle dal nostro copione ».

Con la direzione della Albert Hall, tuttavia, si sono schierati anche due musicisti della Royal Philarmonic Orchestra. « Nel pomeriggio », mi ha detto uno di loro, « avevamo lasciato le prove perchè eravamo veramente disgustati dal linguaggio usato. Non mi pare degno della nostra orchestra collaborare alla messa in scena di tali porcherie ».

Zappa reagisce polemicamente: « Quando si è trattato di intascare i soldi per la versione cinematografica nessuno ha protestato. Soltanto adesso vengono gli scrupoli ». Ed ha annunciato che querelerà la Albert Hall per cinquemila sterline, circa sette milioni e mezzo di lire.

Comunque la pubblicità data dalla stampa e dalla televisione inglese a questo incidente non ha fatto che del bene a Frank Zappa e ai Mothers of Invention. Era, per loro, l'inizio di una tournée europea. E tutti ora conoscono Frank Zappa. Il "tutto esaurito" per gli spettacoli successivi in altre città inglesi e del continente è stato assicurato, involontariamente, proprio dalla decisione della signorina Marion Herrod.

Cristiano Mascalero