Frank Zappa - 200 Motels

By Enzo Caffarelli

Ciao 2001, December 1, 1971


FRANK ZAPPA 200 Motels (2LP. United Artists)

Dalla colonna sonora del film «200 motels», che lo ha tenuto impegnato per tutto l'inverno e la primavera scorsa, Frank Zappa ha realizzato questo doppio album. Per la precisione, non si tratta del soundtrack originale: nel senso che qualche brano qui compreso non compare nel film, e viceversa.

Alla pellicola hanno preso parte molti fra i musicisti che hanno collaborato in passato con Zappa, fra i quali l'estroso Jimmy Carl Back (l'«indiano del gruppo»), e quelli che costituiscono le attuali Mothers of Invention, delle quali pure è uscito recentemente un LP registrato dal vivo al Fillmore East. In «200 motels» ricordo anche la presenza di Keith Moon, che da vario tempo si dedica con fortuna alla TV ed al cabaret inglese, e quella di Ringo Starr.

Il doppio album non serve a farci una idea totale e precisa (per quanto di precisione con un artista del tipo e del calibro di Zappa, capace di rinunciare ad un concerto programmato solo perché gli manca l'ispirazione, è difficile poter parlare) della musica attuale del baffuto chitarrista californiano. Siamo abbastanza lontani da quel modello pseudo-jazzistico e artisticamente eccellente venuto fuori prima con «Hot rats», e poi con «Chunga's revenge». Qui si tratta di una colonna sonora, e la musica tende soprattutto a ricreare determinate atmosfere, particolari momenti psicologici: come tale avrebbe bisogno fatalmente della sua corrispondente parte scenica. Zappa e compagni fanno confluire nel calderone tutte le proprie «pazzie», mentre i momenti strumentali costruiti secondo forme tradizionali, sono pochi e brevi: il resto è rumore, musica d'avanguardia, effetti elettronici, satanici coretti degni del più efficace dark sound, archi in sottofondo che ricordano e smitizzano temi da films a più ampio respiro, risate ed urla.

In altre parole siamo di fronte al caratteristico atteggiamento bizzarro e dissacratorio di Frank Zappa: si torna alla non-musica, dopo gli episodi degli ultimi albi, si torna al «personaggio» più che al musicista. Non bisogna credere che l'autentico Zappa sia tutto qui: questa è una divagazione, un divertimento oserei dire per il leader e per le Mothers che hanno collaborato alla realizzazione del disco.

L'album contiene numerosissimi titoli, per la precisione trentaquattro, tutti legati in un unico solco, e tutti firmati da Zappa.

La prima facciata, probabilmente la migliore, si apre con una ampollosa ouverture, e con la presentazione del film, cui fanno seguito brani cantati, alcuni dei quali ricordano episodi sporadici di «Chunga». In questa porzione del disco c'è del rock, c'è della musica elettronica, c'è qualche pennellata di sapore jazzistico, c'è del semplice caos, ci sono melodie sospese ed inquietanti che si riallacciano a certi tentativi di creare del «free pop» anche in Inghilterra, c'è perfino una canzoncina western in chiusura: quanto basta dunque per dare un'idea complessiva di tutto «200 motels».

Da segnalare infine che con le Mothers hanno collaborato in sede di registrazione i professori della Royal Philarmonic Orchestra diretta da Elgar Howarth.