Frank Zappa & The Mothers "Over-Nite Sensation"
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FRANK ZAPPA & THE MOTHERS
Over-nite sensation (Discreet)
Considerato il livello potenziale dei musicisti impegnati nell'ultima tournée europea di Zappa, e che grosso modo sono i medesimi di questo disco, ci si poteva attendere qualcosa di più consistente.
Accanto a Frank ed al suo inseparabile braccio destro Ian Underwood, che ora si dedica esclusivamente ai fiati, accanto a nomi da più breve tempo inseriti nelle Mothers, i due graditissimi ritorni: il violinista francese Jean-Luc Ponty e il pianista di colore George Duke.
Con « Over-nite sensation » Zappa indulge molto alla sezione vocale ed ai testi, che confermano puntualmente la spregiudicatezza del personaggio: votato qui ad una serie di immagini sarcastiche e corrosive, ma quasi solo per divertimento; vorrei dire una dissacrazione spicciola e tangibile, talora estranea al gusto dell'allegoria sottile e raffinata.
Viene il dubbio che l'artista voglia rimanere a tutti i costi nel suo cliché di distruttore e di provocatore. Messi da parte certi gesti musicalmente poco ortodossi, Frank infatti prosegue sulla strada riaperta con « Waka/Jawaka » e « Grand Wazoo », ma nello stesso tempo riesuma le bizzarrie dell'iniziale « dadaismo », rischiando anche di fare canzoni in modo scolastico.
Ma tutto ciò non impedisce al maestro di cerimonia e direttore d'orchestra cosi come lo abbiamo veduto dal vivo di catalizzare una materia orchestrale corposa, che sotto le sue mani si fa, al solito, originale, coloritissima, accidentata, con ogni possibile suggestione sul piano timbrico ed armonico: una costruzione plasticamente eretta che rifugge ogni gestualità esornativa, e con scatti bruschi, opposizioni di blocchi di strumenti e cambi di ritmo, forgia il tessuto sonoro fino a raggiungere la voluta tensione, interrotta o consolidata, secondo il punto di vista dell'ascoltatore dagli interventi vocali che sottolineano la maliziosità divertita del compositore.
In questa dimensione si segnalano la seconda parte di « Fifty-fifty », in cui vengono fuori il taglio nitido e metallico della chitarra di Frank, l'organo cucitore di Duke ed il violino folleggiante di Ponty, le due illustri spalle peraltro sfruttate con troppa parsimonia. Emblematicamente grottesche « Zomby Woof », « Dinah-Moe humm », in cui accanto ad una facile melodia si dispiega un inedito tappeto percussivo alla Temptations, e «Montana», dove si intravede nuovamente la dinamica decadentista dello Zappa passato, e vi si ascolta, fra l'altro, Duke al vibrafono.