Frank Zappa: di nouvo Madre

By Armando Gallo

Ciao 2001, February 15, 1976


IL GENIALE FRANK SI E' PRESENTATO AL PUBBLICO AMERICANO (MA PRESTO ANCHE A QUELLO EUROPEO) CON UNA ENNESIMA FORMAZIONE DELLE MOTHERS OF INVENTION: CON LUI E' ANCHE TORNATO IL VECCHIO ROY ESTRADA.

LOS ANGELES, Calif.

I grande palcoscenico del Forum è un caotico ammasso di amplificatori, cavi elettrici, microfoni, bauli semiaperti e la strumentazione sparsa ovunque.

Un gigantesco impianto luci, che una schiera di tecnici ha appena scaricato da un enorme camion con su una scritta in rosso: « Intercontinental Absurdities », è issato a mezz'aria sopra il palcoscenico.

Mancano otto ore all'apertura dei cancelli per il concerto di questa sera di Frank Zappa and the Mothers, ma Frank è già sul posto e con occhio attentissimo sembra tenere tutto sotto controllo. Indossa una giacca che si è fatto fare con una coperta indiana che qualcuno gli ha tirato in palco durante un concerto in Texas. I capelli sono avvolti da un fazzoletto annodato dietro la nuca dandogli l'apparenza di un pirata spagnolo, uno dei fedeli di Cortez che misero piede in California un duecento anni fa. Terry Bozzio, il giovanissimo batterista dei Mothers, sta regolandosi la batteria e gli altri componenti del complesso (Napoleon Murphy Brock, Roy Estrada, Andre Lewis) chiacchierano casualmente con alcuni componenti della troupe di Zappa. C'è un gruppetto di vecchi pensionati (soci dell'associ azione veterani di guerra di Van Nuys) che gonfiano palloncini con i quali riempiono dei giganteschi contenitori che verranno issati sul soffitto del Forum. A" mezzanotte, circa 1.000 palloncini, coriandoli e piume colorate scenderanno sul pubblico come una doccia di felicità.

Zappa discute qualcosa con una mezza dozzina di pazze ragazzine che durante la scorsa mezz'ora si sono messe a piroettare nel Forum al solo accenno di una nota musicale proveniente dall'impianto, ora quasi totalmente funzionante. Frank mi dice che le « pazze ragazzine » creeranno parecchie sorprese attorno alla mezzanotte. Hanno già lavorato per lui in varie speciali occasioni e forse sembrano « pazze perché l'unica cosa per cui vivono è ballare in palcoscenico con i Mothers. Capita – penso – quando abiti in California e, potendo scegliere tra i numerosissimi gusti musicali scegli di seguire Frank e le sue ricette e cotture musicali: puoi diventare « crazy », ma quel « dolce pazzo » che non ha nulla a che vedere con « pazzia », ma tutto con « normalità ».

Frank Zappa ha appena terminato una lunga tournée degli Stati Uniti iniziata a Santa Barbara e che terminerà questa sera al Forum di Inglewood, a Los Angeles. A metà novembre Zappa ha interrotto la tournée per accettare l'invito del Governo di Tito per suonare due concerti in Jugoslavia.

« E' stata una interessantissima esperienza » mi ha raccontato Frank. « Ma un'esperienza che non vorremmo ripetere nel senso che ci sono almeno un centinaio di paesi dove vorrei tornare prima della Jugoslavia. Ho trovato un grosso baratro tra le vecchia e nuova generazione. Con i giovani che sono venuti ai concerti mi sono trovato molto bene; il loro inglese è ottimo, migliore di qualsiasi altro paese europeo e non ho trovato nessuna difficoltà a comunicare. La cosa che ci ha urtati è stata invece l'ignoranza cronica che esiste ancora da parte del vecchio adulto verso lo straniero. Gente che ti fissa con sguardo stupefatto come fossimo dei marziani. Napoleon è stato addirittura trattato malissimo negli alberghi. Aveva sempre il detective dell'albergo che entrava nella sua stanza per controllare se avesse ragazze. Non so, forse è ancora leggenda in Jugoslavia che i negri sono dei grandi ... amatori ».

Il 13 febbraio Zappa tornerà in Europa per una tournée di 6 settimane. Il complesso arriverà dal Giappone dove si recherà '(per la prima volta) dopo aver suonato in Nuova Zelanda e Australia. L'Italia non figura tra i paesi europei da visitare. « Ho dei bei ricordi in Italia, ma Herb (Cohen, manager di Zappa) mi ha detto che accettare un contratto italiano non è una garanzia. Non possiamo quindi rischiare traslochi di 10 tonnellate di strumentazione, luci e una ventina di tecnici. Non è questione di soldi perché potremmo avere tutti i soldi d'ingaggio in anticipo e poi se il concerto non si può fare non ci rimettiamo nulla. Il fatto principale di una tournée è l'assoluta libertà di comunicazione. Se ho il minimo dubbio che un concerto può venir disturbato da un gruppetto di estremisti, come ho saputo che succede in Italia, preferisco non suonare».

Osservo l'enorme impianto luci che ora i tecnici stanno issando sopra il palcoscenico con dei cavi provenienti dal soffitto. L'intero impianto è venuto a costare 50.000 dollari e quattro tecnici lo operano in tournée. Frank mi dice che lo porterà anche in Europa. « Riuscirai a guadagnar qualcosa? » gli chiedo. « Spero di poterlo vendere li a qualche complesso. Sono venuto a sapere che alcuni complessi maggiori come Who, Zeppelin e molti altri spesso affittano impiantiluce americani per le loro tournée europee. In Europa non ci sono cose cosi mastodontiche e cosi spero di vendere tutto alla fine della tournée ».

Accompagnato da Art, uno dei due tour-manager di Zappa, arriva un giornalista finlandese. Zappa è stato votato in Finlandia « Personalità Musicale 1975 » di fronte a nomi come Elton John, David Bowie e Paul McCartney. C'è anche una copia del giornale. « Suosikki », con tutte le « pop pool » e Frank posa felicemente con il giornale. « Non ti sembra strano che sono capito di più in paesi come la Finlandia? » mi chiede Frank.

Art dichiara via libera in palco e il complesso sale su per suonare. Ci sono alcuni nuovi pezzi che Frank ha composto verso Natale e che vuole cucire con la band. Il finlandese rimane sorpreso nel vedere che solo quattro Mothers accompagnano Frank. L'attuale band, con Napoleon al sassofono, Andre Lewis all'organo e piano elettrico, Roy Estrada al basso (« E' tornato con me perché sentivo nuovamente il bisogno della sua presenza fisica in palco » mi ha detto Frank dell'originale bassista dal '64-'68) e Terry Bozzio alla batteria (« Mio nonno è di Genova e venne in America 65 anni fa » mi ha detto) è forse la formazione meno impegnata degli ultimi anni di esperimenti di Zappa. I musicisti sono essenzialmente esecutori di tutto quello che passa nella mente del chitarrista, ora unica sorgente del nuovo materiale del complesso. Ma Frank è ancora molto esigente per ciò che riguarda comunicativa artistica e se qualcuno non suona bene un accordo, Frank alza il braccio e ferma tutto. Senza dire dove l'errore sia, riattacca con « one, two, three ... » e si può star certi che Andre, Napoleon o qualsiasi altro componente del complesso che era fuori ritorna presto a suonare come la mente di Frank vuole.

Un'ora più tardi c'è un piccolo intervallo e Frank racconta a Roy di aver rivisto un tizio che attorno al '65 appariva come supporto dei Mothers of Inventions al Whisky A Go Go. « Poveraccio, va ancora in giro con il registratore » dice Frank. Poi rivolto agli altri, che nel frattempo hanno fatto cerchio attorno a lui prosegue nel raccontare la storia di questo tizio che insisteva a dichiararsi più bravo di Elvis Presley perché sapeva muoversi meglio in palco.

« Cosi una sera gli abbiamo chiesto di aprire il nostro concerto al Whisky's » racconta Frank mentre Roy Estrada già ride in anticipazione. « Si portava sempre dietro un registratore con su incise almeno una mezza dozzina di canzoni di Elvis. Il suo spettacolo non era altro che mimare la voce. Quella sera chiesi ad alcune ragazze tra il pubblico di trattarlo da star, cioè di far un po' d'isteria, di cercare di arrivare a toccargli i pantaloni o qualcosa del genere. Beh, arriva la sera. questo qui si piazza il registratore e microfono e come inizia a mimare " Jailhouse Rock " vedi tutta la prima fila che si alza, lo assale e gli strappa i pantaloni, la giacca, la camicia ... E questo che continua ancora a cantare perché non riusciva a far smettere il registratore ... ». Roy Estrade diventa rosso gonfiato dalle risate e ricordi.

« Ma era matto? » chiede Napoleon.

« Non lo so» fa Frank. « Ma prima che andassimo su a suonare viene da me e mi fa: "Ehi Frank, attento al pubblico stasera, che è molto caldo ed entusiasta!". Povero diavolo ».

Il tecnico del suono fa sapere a Frank di avere inciso la storiella. « Oh no, non un altro nastro! » qualcuno mormora il che mi ricorda la promessa di Frank dell'Antologia dei Mothers, dieci album che avrebbero dovuto essere pubblicati alla fine del '75. « Non ti preoccupare » mi assicura Frank con il suo usuale ghigno. Frank non sorride, ma ghigna. « Tutti i nastri sono pronti. L'unica cosa che non è pronta è il libro di 48 pagine che spiega ogni incisione e che non ho il tempo materiale per scrivere. Tutto verrà pubblicato un bel giorno ... ».

Armando Gallo