Il Grande Inquisitore

By Federico Ballanti

Ciao 2001, October 21, 1979


Con il nuovissimo LP, « Joe's Garage », il baffuto chitarrista torna allo sberleffo e alla satira sociale. Le sue armi migliori. Vi presentiamo il disco. Un album-concept, e alcune polemiche e significative dichiarazioni zappiane.

« Si, il linguaggio puo comunicare molte cose, ma al confronto con quello che puoi dire con una sequenza di note buone, la parola diventa abbastanza limitata. Ci sono un mucchio di buone note che si possono suonare sulla chitarra e che non potresti mai descrivere a parole. la ragione per cui ho scelto la chitarra come esempio e che questo strumento possiede un feeling particolare per chi ascolta rock. il timbro della chitarra, l'idea stessa di chitarra significa qualcosa. Molte note della chitarra richiamano immediatamente una sequenza di significati. Tutta una serie di informazioni che non puoi proprio scrivere o recitare: bastano alcune note di chitarra e vedi i ragazzi del pubblico che iniziano a comunicare con te.

« Ho sempre ascoltato con molta attenzione ogni tipo di musica. Non tutto quello che ho sentito mi e piaciuto. Per trovare quello che ti interessa devi cercare, come un investigatore, farti prestare dischi, andare nelle biblioteche a cercare libri, non sai quanto si trova in libreria riguardo alla musica. Ouando ho capito che la musica sarebbe stata la mia vita, ho cercato di farmi una cultura piu completa possibile. E cosi ho mollato la scuola ma sono andato in libreria.

« Tutte le combinazioni di musica che io uso sono normali, per me sono normali. Vedo la musica come vedo la vita: un insieme composto di elementi molto vari che funzionano tutti nello stesso momento. Talvolta c'e un po' di confusione ma non per questo si smette di funzionare. Lo stesso con la musica, Non c'e nessuna ragione per cui io non devo avere una base di rhythm'n'blues con delle linee di jazz sopra ed improvvisamente spezzare tutto con una polka che diventa un bolero in tre battute. E' normale per me, c'e un senso. E' logica lineare ».

Nei mesi scorsi Frank Zappa e stato al centro dell'attenzio ne degli osservatori delle cose musicali per una serie di ragioni. Nel 1978 usciva « Zappa in New York », un album doppio registrato dal vivo con cui il chitarrista californiano chiudeva, dopo una lunga vertenza, il suo rapporto con la Warner Bros. Mentre Zappa si dedicava a preparare il suo « vero » nuovo album (nel doppio dal vivo ci sono registrazioni effettuate in concerto tenuto nel Natale 1976 a New York) la vecchia casa discografica immetteva sul mercato « Studio Tan », poi « Sleep Dirt » e infine « Orchestral Favourites ». Tre dischi contenenti registrazioni effettuate da Zappa negli ultimi anni e che erano in attesa di pubblicazione.

Con copertine rabberciate e titoli « zappiani » nelle intenzioni, questi dischi hanno praticamente saturato il mercato proprio mentre usciva il primo disco del nuovo corso, « Sheik Yerbouti », inciso per la Zappa Records, l'etichetta personale del chitarrista, distribuita in Europa dalla CBS. « Sheik Yerbouti » e basato su registrazioni live abilmente manipolate in studio, con sovra-incisioni, aggiunte, cuciture e mixaggi sopraffini: il disco offre quindi tutta la grinta di un live e tutta la perfezione di un album di studio, dove il buon Frank e un vero mago.

L'universo sonoro di Zappa e sempre stato assimi latore, nel bene e nel male, delle piu disparate influenze o, perlomento, si e mostrato hen disposto ad accogliere qualsiasi tipo di fenomeno musicale, magari per poi riproporlo stravolto nella forma e adattato ad esprimere nei contenuti le idee o le fantasie del chitarrista. Ci sono frecciate al mondo della disco, imitazioni sfottenti di Bob Dylan, i soliti (per Zappa) attacchi al "way of life" americano, al business musicale, momenti molto vibranti, jazz rock e chitarre fumanti, splendidi blues e ballate dai testi "offensivi". Un album vario come un bazar arabo, al limite dispersivo ma sempre godibile.

Dopo « Sheik Yerbouti », uscito la scorsa primavera, Frank Zappa ha compiuto un tour americano, un tour europeo, ha suonato in concerto dirigendo l'orchestra sinfonica di Vienna in materiale classico e in sue composizioni, poi si e dedicato al disco che vede la luce in questi giorni.

Abbiamo prima parlato di « Sheik Yerbouti » proprio per sottolineare la sua diversita dal nuovo lavoro di Zappa, « Joe's Garage, act l ». Dove il precedente disco era dispersivo, il nuovo e compatto, tutto centrato intorno ad un tema, svolto in diverse scene e introdotte dalla viscida voce del Grande Inquisitore, personaggio centrale del lavoro al pari di Joe, di cui seguiamo le terri bili avventure che la sua scelta di fare il musicista gli procura.

Spunto del lavoro sono alcune riflessioni di Zappa intorno alla politica, al suo spacciare per valori necessari ed assoluti delle squallide convenienze di parte, alla manipolazione che i politici, attraverso i mass media, operano sulle teste della gente. Come sono stati capaci di far passare leggi di ogni tipo, cosi potrebbero un giorno argomentare che tutti i nostri guai energetici e di devianza morale dipendono dalla Musica. E con un'apposita legge e l'approvazione popolare (la gente verrebbe facilmente convin ta dalla televisione) la Musica sarebbe abolita.

Lo spunto e solo apparentemente parados sale. Zappa, chiudendo le note di copertina, dice: « Se tutto cio vi sembra assurdo, forse avete il piacere di non vivere in uno di quei graziosi paesi dove la musica e severamente limitata o addirittura proibita, come in Iran ».

In « Joe's Garage » vengono mostrati i guai e i guasti morali che l'ambiente musicale, e la musica stessa, producono. Cosi il Grande lnquisitore, la cui presenza ossessiva e strisciante si insinua tra i solchi per introdurre ogni nuova scena, ha il compito di far rinforzare le leggi perche « e mia responsabilita avvertire ognuno e ciascuno di voi sulle potenziali conseguenze di varie attivita quotidiane che potrebbero portarvi alla Pena di Morte. Le nostre istituzioni criminali sono piene di piccole crepe come voi che fate cose non permesse ... e molti di voi sono spinti a questi crimini da una orribile forza chiamata Musica! ».

Dopo aver annunciato leggi speciali per fermare per sempre la terribile Musica, il Grande Inquisitore prosegue: « Quella che segue e una speciale rappresentazione per mo strarvi cosa puo accadervi se scegliete di far carriera nella musica ».

La storia di Joe inizia nel suo garage dove, con quattro amici e i primi strumenti, inizia a suonare in una band di rock. Dopo i primi successi, Joe e la sua band segnano un contratto e iniziano a girare, facendo la vita di tutte le rockband, sbronze, droga, ragazze, crisi di nervi, tutti i Disastri che la Musica comporta. Dopo che la polizia chiude il loro garage (cosa realmente accaduta a Frank Zappa quando nei primi anni della sua carriera la polizia chiuse il suo studio di registrazione e sequestro dei nastri « per contenuto osceno ») Joe viene spinto a frequentare un Centro Cattolico di Attivita Sociali. In questo brano (« Catholic Girls ») Frank Zappa sberleffa la falsa moralita di tanti cattolici. Di questo passo va avanti il long-playing, descrivendo situazioni di ogni genere del mondo della musica, delle groupies, delle feste.

FANTA- ROCK

Frank Zappa con « Joe's Garage » torna quindi all'albumconcept con questa sorta di paradossale musical, raccontando in due facciate le sue storie allucinate e schizoidi che pero, come tutte le allucinazioni, non mancano di solidi agganci alla realta. Zappa e sempre stato un corrosivo osservatore e non ha mai mancato di incidere con la sua musica e i suoi spettacoli sulla realta circostante, musicale e non. « Joe's Garage » nasce durante la Grande Pauta Energetica Americana, quando sembrava che il petrolio e la benzina non dovessero piu arrivare, quando si stava ore e ore in fila ai distributori, quando si maledicevano gli sceicchi. Zappa ha preso questo spunto inserendolo in un contesto musicale, facendo del vero e proprio fanta-rock. « Joe's Garage » prevede un seguito. Lo spettacolo continua.

Federico Ballanti