Frank Zappa il genio e la chitarra
By Manuel Insolera
LA PROLIFICITA' CHE DA SEMPRE CONTRADDISTINGUE FRANK ZAPPA DA TUTTI GLI ALTRI ROCK'N'ROLLER CONTINUA A DARE MIRABILI FRUTTI: COME IL RECENTISSIMO TRIPLO ALBUM INTITOLATO « SHUT UP 'N PlAY YER GUITAR » CHE HA COME UNICA INTERPRETE LA CHITARRA SOLIDA E GENIALE DI FRANKIE ...
Ma scusate, chi è questo Frank Zappa? A giudicare dalla frequenza dei suoi album, sembrerebbe il più grande "teen-idol" mai prodotto dal rock, più grande degli stessi Beatles, degli stessi Rolling Stones, per non parlare dei vari Dire Straits o Police che dir si voglia!
Questo Zappa, certamente, vende i dischi come fossero bruscolini. Prendiamo semplicemente ad esempio l'ultimo biennio, quello contrassegnato dai passaggio a una nuova etichetta discografica: dunque, prima un doppio, "Sheik Yerbouti"; pochi mesi dopo un triplo, "Joe's garage"; pochi mesi dopo, un altro doppio, stavolta dal vivo, "Tinsel town rebellion"; pochi mesi dopo un nuovo doppio in studio, "You are what you is"; e adesso, addirittura a poche settimane di distanza, un nuovo triplo, e perfino in cofanetto, "Shut up 'n play yer guitar"!
Vediamo: gli artisti che più "tirano" nella stessa scuderia di questo Zappa sono i Police: hanno fatto quattro LP singoli in circa quattro anni. Questo Zappa ha fatto tre doppi e due tripli in due anni: caspita, avere in scuderia uno scatenato vendi-dischi come lui deve essere un affare colossale! Questo immenso successo di vendite, questa esplosione di gloria come idolo pop, hanno reso questo Zappa un vero megalomane, uno che ormai sa di poter vendere tutto, ma proprio tutto, alle torme sterminate dei suoi giovanissimi seguaci: pensate che in questo ultimo triplo album sono stati presi alcuni brani solo strumentali registrati dal vivo negli Stati Uniti tra il 1979 e il 1980; dai nastri è stato accuratamente cancellato tutto l'accompagnamento degli strumenti superflui (lasciando solo i più strettamente essenziali); e infine la chitarra solista di questo Zappa è stata missata in primissimo plano. E qussto è tutto!
Insomma, si tratta di un album triplo e solo strumentale, contenente unicamente degli assoli di chitarra, più un accompagnamento indispensablle Questo Zappa ne ha di faccia tosta: pensate che nelle note del cofanetto è stato scritto che l'intera impresa à stata realizzata per convincere le masse che lo Zappa in questione è anche – anche! – un grande chitarrista. Incredibilmente, questo cofanetto sta andando a ruba. Ed è arrivato il momento di ritornare seri. Tutti sanno che Francis Vincent Zappa è probabilmente lamente più completa e geniale prodotta dalla musica moderna degli ultimi vent'anni; ma tutti sanno anche che a dispetto di questa innegabile verità – o forse proprio a causa di ciò – i suoi album hanno una diffusione di qualità ma non certo di quantità. Lo stesso Frank, tra il serio e il faceto, ebbe recentemente a dichiara re che il suo più grande successo di vendita, negli Stati Uniti, è stato l'ormai non recentissimo "Apostrophe": un successo di ... trecentomila copie vendute. A questo punto, una lode va alla sua casa discografica, quella nuova, che al contrario della precedente è ben conscia di avere tra le mani un genio della creatività musicale: e per questo lo asseconda in tutto, incurante dei grossi profitti. I tre album doppi e i due album tripli citati prima, quelli dell'ultima produzione zappiana, sono dei veri gioielli di creatività musicale, ed è già un vanto l'averli in catalogo, più ancora che l'averne venduto qualche milione di copie ... In ogni caso, come dicevamo, l'ultimo cofanetto, stampato a tiratura limitata, è andato a ruba presso i pur molteplici ammiratori di Zappa sparsi per il mondo. Chi non pensava che Frank fosse anche un genio della chitarra, ora è servito.
• SHUT UP 'N PLAY YER GUITAR
Zappa ha sempre affermato che tutta la sua produzione discografica risponde a un progetto predeterminato in anticipo nelle sue linee essenziali, e fedelmente seguito in tutte le sue tappe e le sue evoluzioni. Come va dunque inquadrato, rispetto a questo progetto, questo ultimo triplo album di assoli chitarristici? A nostro avviso, ci sembra che l'opera di Zappa abbia man mano costruito una visione perfetta nel suo insieme, ma dalle multiple sfaccettature: quella di una creatività musicale "integrale" . C'è lo Zappa musicista contemporaneo di "Lumpy gravy", quello demenziale di " Reuben & the jets", il jazzista di "Hot rats" e "Grand wazoo", il rivoluzionario di "Freak out", il pop rocker di "Sheik Yerbouti ", il surrealista di "Apostrophe", il bluesman di "Chunga's revenge", il sintetizzatore di tutte queste (ed altre) esperienze di "Absolutely free", " Uncle Meat ", "200 motels" e soprattutto di "Joe's garage"; c'è infine il satirico di "We're only in it for the money''. Ogni sfaccettatura discografica di questa poliedrica personalità, così come ogni lavoro di sintesi, hanno però soprattutto messo l'accento sullo Zappa in quanto mente creatrice generale, scrittore di partiture eseguite sotto il suo ferreo controllo da ottimi musicisti da lui appositamente scelti per ogni occasione. Ebbene, oggi Zappa intende fornire un nuovo prisma, un nuovo tassello del mosaico: quello che ce lo mostra non solo nelle generiche vesti di creatore, ma in quelle di esecutore, dimostrando che la genialità ispiratrice non cambia. Che Zappa, oltre ad essere un grande cervello musicale, fosse anche un grande chitarrista, alcuni suoi appassionati, tra quelli più irriducibili, se ne erano comunque già abbondantemente accorti: e basterà come esempio citare il suo lungo splendido assolo in un brano dell'album "Burnt weenie sandwich", oppure tutte le parti chitarristiche presenti sulla seconda e terza parte di "Joe's garage".
Oggi, comunque, non ci sono più dubbi. Il minimo comune denominatore di tutto il tripio album è il rock elettrico: attraverso questo prisma, Zappa si sbizzarrisce in assoli che attraversano l'hard come il pop, il blues come il funky, la dodecafonia come il jazz. Il tutto, senza mai una ripetizione. Il tutto, con uno stile serratissimo, eclettico ma personalissimo, riconoscibile a mille miglia come "del puro Zappa". Uno stìle che si prende anche il lusso di parodiare quello dei suoi grandi colleghi, da Carlos Santana (citato in "Variations on the Carl6s Santana secret chord progression" e in "Ship ahoy") a John McLaughlin (citato in "Why Johnny can't read") da Robert Fripp a Eric Clapton da Jimi Hendrix a Al Di Meola.
I tre lunghi brani "Shut up 'n play yer guitar", "Shut up 'n play yer guitar some more" e "Return of the son of shut up 'n play yer guitar", poi, dalle note di copertina appaiono registrati in tre giorni consecutivi, e presi nell'insieme costituiscono l'ossatura del triplo album, la sintesi di ogni sfaccettatura inglobata da questa "folle ma non tanto" cavalcata chitarristica. Un altro brano geniale è poi la lunga e stranissima "Canard du jour", registrata in epoca imprecisata da uno Zappa al ... bouzouki e da Jean-Luc Ponty al violino: si tratta di una musica insieme jazzistica, zingaresca e futuristica.
Insomma, "improvvisazione" e "controllo", de due parole magiche che hanno da sempre caratterizzato tutto lo svolgimento della multiforme esperienza zappiana, presiedono come non mai anche alla strutturazione di questo ultimo lavoro: che a pochissima distanza di tempo dalla sua uscita, è già da considerarsi a tutti gli effetti un piccolo classico.