Frank Zappa "Ship arriving too late to save a drowning witch"
By Paolo Bertrando
FRANK ZAPPA
«Ship arriving too late to save a drowning witch»
(CBS)
Primo album di Frank Zappa 1982 (ma quarto nel giro di dodici mesi): a prevedibile veicolo di controversia. Tutti sappiamo che il nuovo corso zappiano, iniziato nel '78, con Sheik Yerbouti, è stato più d'una volta criticalo, che Zappa ha qualche volta peccato d'eccesso nell'inanellare un album dietro l'altro, concedendosi anche imprevedibili digressioni come Shut up'n play yer guitar. Ma non era mai venuta meno la vena inconfondibile dell'artista: questa volta, invece, i dubbi ci sono, e non pochi.
E dire che Zappa, da sempre incline all'ipertrofia, aveva per una volta rinunciato alle dimensioni record della sua ultima produzione, limitandosi alla veste regola mentare del disco singolo; di più, s'era scelto per copertina, invece dell'autoritratto solito, una geometrica grafica di Roger Price. Peccato che alla veste rinnovata non faccia eco una produzione altrettanto inconsueta: la base strumentale torna ad essere quella, ormai standardizzata, di Joe's Garage e Tinseltown Rebellion, per giunta meno tonica e robusta, e non vale a riscattarla il richiamo in servizio di sperimentali vocalist come Ray Collins o Ike Willis. Le tre canzoni d'apertura (a parie forse I come from nowhere) non s'elevano oltre un dignitoso grigiore; e anche la lunga composizione eponima, struttura portante dell'album, alterna momenti di buona vena armonica a sezioni stranamente stanche. Manca, un pò dappertutto, il tocco d'originalità, la fiammata che sappia attrarre l'orecchio ormai assuefatto del frequentatore di cose zappiane.
È, questo, un album che accetteremmo più che volentieri da chiunque non si chiamasse Frank Zappa. Così com'è, è probabilmente destinato al limbo di Just another band from L.A. e Overnite Sensation. E verrà ricordato e citalo soltanto per i tocchi consueti di bizzarria che lo arricchiscono: il lungo monologo che la figlia di Zappa, Moon, improvvisa in Valley Girl, le false vocalità neoromantiche di Nowhere, soprattutto lo stile pseudo-operistico della succosa Teen-age prostitute (e naturalmente, gli assoli micidiali questa volta in Nowhere e nella prima parte di Drowning Witch).
Paolo Bertrando