By William Donati
Il Palace – nuovo centro losangelino di intrattenimento rock – ha ospitato ieri sera [1] Frank Zappa il quale ha subilo dichiarato all'inìzio che il suo show conteneva più fun (motivi di interesse e divertimento) che tutte le Olimpiadi messe insieme. Un po' di jazz, un po' di assoli di chitarra, abbarruffati arrangiamenti di canzoni dai titoli poco oonvenzionali, rientranti in uno stile che Zappa stesso descrive come "commedia musicale orientata verso il formaggio".
Frank prende in giro tutto e tutti, incluso se stesso. Colpisce il giovane pubblico con un complesso di brani musicali e parodie in cui lui succintamente dichiara che siamo tutti una manica di stupidi. Mail pubblico lo accetta, poiché prino é Zappa; secondo perché c'è sempre qualcosa di affascinante in un misantropo. Ed anche perché Zappa e un chitarrista immaginoso che non teme di fare il verso ed imitare i musicisti classici contemporanei americani, quali Edgar Varèse o il simbolo addirittura di tutti loro, John Cage.
Ma un cinismo continuo e senza respiro e una posizione troppo facile da potercisì nascondere effettivamente sempre dietro. Zappa ci canta del suo perenne odio per il rock'n'roll, che lui maliziosamente definisce "musica seria": le sue canzoni sono sdegnose e sprezzanti come le sue maniere sulla scena e il suo aperto rifiuto di accettare il mondo, inclusa la sua propria musica, e un netto invito per noi del pubblico a fare altrettanto.
Purtuttavia i presenti al Palace – a venti dollari a testa – erano, come sempre, in adorazione del baffuto oriundo (e probabilmente lo erano anche per il fatto di non volere ammettere di avere buttato via venti dollari). Il quale ha eseguito circa venti brani (un dollaro I'uno): da uno ispirato alla rivoluzione nera di Watts (a Los Angeles), ad uno strano sfotti-opera, romanza, anteprima del suo prossimo album in tre LP dal titolo "Thing fish" (pensa pesce). Le battute e barzellette erano di livello notevolmente più basso del solito, anche pro babilmente perché il sistema di amplificazione del Palace e quanto mai confuso. Il che era compensato dall'apparato visuale dello show, tra cui un paio di gigantesche mutande sventolanti, assieme ad un enorme guanto bianco di Michael Jackson (per Frank non c'è proprio nulla di sacro?). Il tutto condito da canzoni quali "Pinguini in prigionia", "Il bandito-clistere dell'Illinois", "Estasi hardcore di Carolina".
Era dawero molto comico; eccetto che l'essenza della musica non è stata e non potrà essere mai ccrnmedia. lI Musical, di cui Zappa é solo un pezzettino, partendo dale premessa che la musica "alleggerisce ed è allegria", rifiuta e non capisce quella essenza e cosi, come spettacolo, ha sempre un po' dell'aborto. L'orchestra di Frank Zappa era ottima, specie quando ha potuto esserlo, intilando le note in mezzo ai mille lazzi di lui. Il gioco é bello quando dura poco. I novanta minuti di show di Zappa a base di continua musical-comedy, sono troppi anche per le anime candide e assetate di fan dei giovani e giovanissimi americani. Il Palace era vuoto a metà.
1. The article describes one of the opening concerts of Zappa's 84th tour, which took place in Los Angeles on July 17-22.