Frank Zappa "Thing Fish" "Francesco Zappa" "The Perfect Stranger"
By Guido Harari
FRANK ZAPPA
«Thing-Fish (Original Cast Recording)»
Barking Pumpkin SKCO-74201 (3LP)
★★
FRANK ZAPPA
«Francesco Zappa»
Barking Pumpkin ST-74202
★★
BOULEZ dirige FRANK ZAPPA
«The Perfect Stranger»
EMI 270153-1
★★★★
Il vecchio motto di Edgar Varèse («Il compositore moderno rifiuta di morire»), un tempo citato sino alla nausea dallo Zappa giovane, miete ormai stragi di portafogli. La ben nota ipertrofia zappiana, cocciutamente spacciata ancor oggi dall'artista come «continuità concettuale», non ammette battute d'arresto, specie quando si trova a coincidere con la firma di-qualche nuovo contratto discografico (con la EMI ora sotto il torchio, Zappa può vantarsi d'aver girato, non senza spargimento di sangue, tutte le multinazionali in circolazione).
Quindi, sull'onda del doppio «Them Or Us», s'inseriscono ben altri cinque dischi: il triplo «Thing-Fish», il classico «Boulez dirige Zappa/The Perfect Stranger» e il pleonastico «Francesco Zappa», per non dire dell'imminente box di sette album, «Old Masters», tanto favoleggiata riedizione del repetorio Verve.
Francamente, non se ne può più.
Come Varèse, Zappa rifiuta di tacere, di ammettere (per decenza o per pietà) che tutto ormai è stato detto, arrivando addirittura a coronare il tutto con folli vendite a domicilio, biografia di 350 pagine e complesse partiture orchestrali comprese. Egli preferisce ammanire vecchie ricette con l'inossidabile ghigno di Lisa Biondi, forse perché non gli par vero, ora che i fasti della stagione più gloriosa son decaduti, d'esser l'unica mamma di tanta e tale nouvelle cuisine musicale d'oggi. Il menu non varia molto, e tutto sommato tanta qualità (!) non paga più.
«Francesco Zappa» è curioso hors-d'oeuvres, gelido e misero quanto un modesto piatto di sushi. Ricucito sul computer (per l'occasione ribattezzato Barking Pumpkin Digitai Gratification Consort, è l'ultima spiaggia per lo Zappa in materia d'esecuzione delle sue partiture più perigliose), il disco lievita di minuetti, andantini e allegri con brio, sfilati di tasca al repertorio di un oscuro autore milanese del Settecento, Francesco Zappa appunto. Val davvero un'evidente omonimia (ma, quanto a parentela, come stiamo?) a fare di una simile operazione «archeologica» un pezzo di catalogo? La trovata è divertente, e la spettacolare dimostrazione delle capacità del computer lascia stupefatti, ma il fumetto riportato sul retro di copertina («Chi mai si beccherà un disco simile»?) la dice lunga sul commercial potential di «Francesco Zappa».
«Thing-Fish» è invece piatto unico sin troppo ricco e greve, praticamente indigesto, da piluccare con prudenza. Inteso come un vero e proprio musical «à la Broadway», passa in rassegna temi cari allo Zappa iconoclasta (la religione, l'omosessualità, le perversioni sessuali, il feticismo, il femminismo, l'educazione deviante e priva di valori tipicamente americana, etc.) per poi ridursi ad una farsetta soporifera, disseminata di luoghi comuni e di eccessi goliardici. Poca cosa, davvero.
Bel digestivo (approvato dalla Weight-Watchers, garantito) è infine il «Boulez dirige Zappa», secondo (e di gran lunga più appassionante) capitolo dell'avventura sinfonica avviata dall'artista con l'album diretto da Kent Nagano con la London Symphony Orchestra. Pierre Boulez e l'Ensemble Intercontemporain hanno mano sicura e leggera nel percorrere in lungo e in largo le scritture «di divertimento» offerte da Zappa. Ancor meglio i pochi brani realizzati dal solo Zappa col computer («Outside Now, Again, Love Story», e «The Girl In The Magnesium Dress»), esempi perfetti di quella musica «impossibile» che tanto deve a Conlon Nancarrow. Tra questi solchi sta l'unica, splendida novità che il logorroico artista ha saputo regalare da dieci anni a questa parte.
Guido Harari
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