Frank Zappa: The Real Frank Zappa Book
By William Donati
FRANK ZAPPA
The Real Frank Zappa Book
Frank Zappa torna in questi giorni non con un album ma con un libro. E' la sua autobiografia scritta in collaborazione con Peter Occhiogrosso, altro oriundo. Un lavoro a volte irriverente, altre pomposo, spesso buffo: è, insomma, come la sua musica.
Fin dal suo debutto, nel '66, Frank Zappa, figlio di un ingegnere di armi chimiche, è stato un notevole esperto di demolizioni musicali che distruggono le frontiere dell'accettabile. Sono anni che si batte contro la censura sulle liriche del rock'n'roll proposta da un gruppo di mamme benpesanti dette anche "Le mogli di Washingon". E' a questo proposito il libro non è tanto uno sguardo retrospettivo sulla carriera dell'artista, quanto un collage di episodi, conditi con abbondante dose di sale politico.
"Un'autobiografia" scrive Zappa nell'introduzione, – è usualmente scritta da qualcuno che crede che la sua vita sia davvero "amazing" (straordinaria, sbalorditiva). lo non penso che la mia esistenza sia stata "amazing". Ma l'opportunità di poter mettere per iscritto cose concernenti soggetti tangenziali, era troppo affascinante per rinunciarvi". (Al lettore lo scoprire cosa intende il nostro col termine "tangenziali").
Dal tomo, che costa $.19.95, apprendiamo che lui, i fratelli e i genitori avevano tutti nel cassetto la loro maschera a gas personale, essendo sempre vissuti all'ombra di un'industria di gas venefici, di cui suo padre era dirigente, nel Maryland e nel Sud California. E una volta Frank ebbe un arduo caso di sinusite, a causa di una certa quantità di radium che s'era andata ad infilare in una sua narice.
Cognomi ermetici, quattro figli allietano la vita matrimoniale di Zappa: Moon Unit (Unità Lunare), Diva, Ahmet, Dweezil. Tutti insieme si siedono ad ascoltare gli album del padre, o quelli di qualche gruppo heavy–metal siberiano, che Zappa ha in programma di importare e produrre presto in USA. La musica è tutto ciò che conta per lui. Non usa mai la piscina ("E' per i figli", dice), non va mai al ristorante, ma se ne sta a casa con sua moglie Gail, con cui è sposato da ventun'anni, e incide musica usando il Synclavier, un synthesizer computerizzato col quale ha già vinto un "Grammy" con l'album "Jazz From Hell".
"Lo scopo è continuare a suonare – dice estremamente serio – Se sei stonato, metti il tono giusto: e insisti".
E' quello che Frank Zappa seguita a fare: suonare. A dispetto del fatto che, dopo ventiquattro anni nel music business, lui sia ancora al margine del pop. La sua musica, salvo eccezioni come "Valley Girl", è raramente eseguita alle radio. Ma lui preferisce lavorare on the fringe (ai margini) "dove c'è più spazio per muoversi. In che zona c'è più concorrenza? Ai confini o nel nocciolo? Ovviamente e nel nocciolo. Se tu ti avvicini troppo al centro del successo, ti mescoli allora col resto dei "drones" (fannulloni, api maschi che non producono nemmeno miele), e addio creatività ".
"The Mothers of lnvention" hanno finora prestato poca attenzione al libro: forse per il fatto che la maggioranza di esse, tra cui il batterista Jimmy Carl Black e Arthur Tripp III, il sassofonista Bunk Gardner, il cantante Ray Collins e il tastierista Don Person, si sono uniti in una causa contro Zappa per i diritti d'autore. La causa andrà in corte entro sei mesi e Zappa è sicuro di vincerla. Lui crede nelle citazioni di musiche altrui inserite nelle proprie: quelle creano una sorta di commentario extra: "Quando parla o scrive, una persona colta non cita forse altri individui per dar forza e valore a ciò che dice? In Musica è possibile lo stesso. Usare momenti di musica di un altro è pagargli un tributo" .
Nel suo brano "Call Any Vegetable" Zappa esegue ad esempio un pezzo di "Jupiter" dalla composizione i "Planeti" di Gustav Holst, in una performances in cui il suono sembra provenire da un elastico tenuto coi denti e che s'allunga o si accorcia a seconda delle note.
– William Donati