La galleria di Harari - Frank Zappa
By Guido Harari
Bologna, '73. Zappa e le Mothers post-Grand Wazoo festeggiono il primo decennale. Per conto mio, la sera stessa, incontro colei che cinque anni più tardi diventerà mia moglie. Nella nostra memoria affettiva dunque, viziata per di più da un'inguaribile passione per la musica dell'italo-americano, Zappa acquista un posto d'onore tutto particolare.
Los Angeles, '82. Una session per l'Uomo Vague apre le porte di casa Zappa a Laurel Canyon. Tre giorni indimenticabili, trascorsi tra il missaggio dell'album Ship Arriving Too Late To Save A Drowning Witch, l'arrivo di Kent Nagano per discutere l'esecuzione orchestale di Sinister Footwear, la partenza per le vacanze di Dweezil, una visita guidata nel bunker ad alta sicurezza in cui sono conservate migliaia di registrazioni audio video, l'ascolto di nastri inediti e di vecchi singoli dei Penguins, le risate della moglie Gail. Alla fine, l'irresistibile richiesta di un autografo. FZ ghigna beffardo all'aneddoto del mio primo incontro con Letizia. "A quale concerto vi siete conosciuti?", chiede. "Bologna '73", è la risposta immediata, e lui giù a vergare a tutte maiuscole: "A Guido e Letizia, vedete cosa succede a fare gli stupidi ad un concerto rock a Bologna?".