Frank Zappa "Strictly Genteel"
By Piero Tarantola
FRANK ZAPPA
«Strictly genteel»
(Rykodisc/IRD CD)
L'orchestra è lo strumento per eccellenza e dirigerne una è una esperienza incredibile. Non c'è nulla del genere, tranne il cantare armonie doo-wop e sentire che gli accordi vengono fuori giusti. Dal podio (se l'orchestra suona bene) la musica si sente talmente bene che se la ascolti intensamente ti fotti il cervello. Quando dirigo, devo forzare me stesso a non ascoltare, per pensare a cosa sto facendo con la mia mano e a dove vanno indirizzati i vari segni. Il mio stile fluttua da qualche parte tra l'inesistente ed il totalmente noioso. Cerco di mantenere i segni allo stretto necessario perché i musicisti possano fare il loro lavoro, comunque non mi penso come direttore (Frank Zappa).
Gli album interamente orchestrali di Zappa sono solo quattro: «Orchestral favorites», i due volumi con la London Symphony Orchestra e l'ultimo suo album «The yellow shark». In altri dischi compare l'orchestra (Lumpy Gravy, 200 Motels, Boulez conducts Zappa, Ahead of their time) inserita però in contesti particolari. Questo album, sottotitolato «A classical introduction to Frank Zappa» raccoglie alcuni significativi momenti orchestrali alternati a strumentali con il Synclavier e a strumentali con la band. Non ci sono brani inediti.
Pochi mesi dopo la pubblicazione di una antologia (Have I offended someone?) che raccoglieva i testi più irriverenti di Zappa, appare ora sul mercato questa compilation interamente strumentale. 11 musicista che ha maggiormente influenzato Zappa è stato Edgar Varèse. Da bravo zappadipendente mi sono procurato ai tempi le sue composizioni (Arcana, Ionisation ed altre) che consiglio vivamente a tutti gli amanti della musica di Zappa. Le influenze di Varèse sono ben riconoscibili in tutti i brani orchestrali, soprattutto nelle composizioni nate già per orchestra (Pedro's Dowry, Bob in Dacron, Outrage at Valdez, Dupree's Paradise) mentre sono più sfumate nelle rielaborazioni orchestrali di suoi brani (Strictly Genteel, Uncle meat, Dog Breath variations, Duke of prunes). Troviamo anche composizioni per Synclavier: le deliziose «Opus I n. 3, 2nd movement presto» e «n. 4 3rd movement allegro» da «Francesco Zappa» e la cerebrale «G-Spot tornado» da «Jazz from hell». Qua e là qualche famoso tema «Uncle meat, main title theme» che apre il disco e la celebre «Little umbrellas» dal pluriacclamato «Hot rats». Fa piacere anche ritrovare due brani dimenticati perché pubblicati su due dischi usciti tra il 1969 ed il 1970: «Dwarf nebula processional march» da una compilation dal vivo intitolata «Weasels ripped my flesh» ed «Aybe sea» (caratterizzata dal piano impressionistico di Ian Underwood nel finale) da «Burnt weeny sandwich» uno dei mie dischi preferiti. Naturalmente un'antologia ha i limiti che conosciamo, soprattutto per quanto riguarda Zappa. Compilation del genere escludono a priori i brani più lunghi e la carriera di Zappa è stata talmente prolifica che potrebbe essere immediatamente pubblicato un vol. 2 con altri 18 brani ugualmente validi.
Ma Zappa è sempre stato cosl: dal doo-wop alla musica contemporanea (a quando un antologia di «stupid songs»?), prendere o lasciare.
Piero Tarantola