I tesori della cripta - parte seconda
By Andrea Trevaini
Continuiamo il doveroso lavoro di recupero della discografia Zappiana, resa ora disponibile dalla distribuzione Universal (se non ci riusciremo, chiediamo sin d'ora venia in quanto "ad impossibilia nemo tenetur"), attraverso il periglioso, avventuroso, ma invero eccitante percorso di scavo nei suoi preziosi archivi contenuti nella Cripta (The Vault), con la guida di Joe Travers che, guidato dallo spirito indefesso di Frank Zappa, si prende cura degli sterminati archivi in cui giacciono ancora tesori inascoltati.
Frank Zappa infatti era un musicista a 360 gradi, in quanto oltre ad essere un chitarrista straordinario era anche: uno studioso della musica classica moderna, del rock vocale degli anni '50, un compositore, un direttore d'orchestra, un arrangiatore, un singer-songwriter dai tratti unici, capace di saltare dall'umorismo sarcastico e delirante di Stink-Foot alla stringente e, purtroppo sempre più attuale, critica politica con la drammatica The Torture Never Stops (se la ascoltino attentamente i politici italiani impegnati da lustri nella diatriba sulla legge contro la tortura!). Ebbene dalla voce e dall' intelligenza musicale di Frank Zappa ci giungono ancora dischi che vale davvero la pena di ascoltare, anche solo per capire quanto avanti a tutti egli fosse nella sua genialità fuori controllo e mai "politically correct".
Questa puntata coprirà alcune registrazioni live effettuate tra il 1974 e il 1976. In questo periodo escono dischi come: Apostrophe ('), il live Roxy & Elsewhere, One Size Fits All, Bongo Fury (con Captain Beefheart), Zoot Allures, mentre si susseguono variazioni nella band, ecco le più significative: Ian Underwood lascia le Mothers, anche Chester Thompson lascia nel 1975, rimpiazzato da Terry Bozzio, batterista congeniale FZ, nel 1976 anche George Duke e Ruth Underwood se ne vanno.
FRANK ZAPPA
A TOKEN OF HIS EXTREME - SOUNDTRACK
ZAPPA RECORDS
★★★½
Il disco era disponibile dal sito di Frank Zappa dal 2013, insieme con il DVD contenente il film di Frank Zappa, dal titolo omonimo A Token of His Extreme, un programma TV ideato, diretto e finanziato dallo stesso Zappa, registrato il 27 Agosto 1974 al KCET, Hollywood. Un programma che prevedeva un concerto live con sovrapposizione di figure in plastilina animate a cura di Bruce Bickford. Non si tratta di un concerto inedito in quanto, come correttamente indicato nelle note di copertina, la performance della maggior parte del materiale era già apparso sul Cd The Dub Room Special, ma con un mixaggio del tutto diverso (The Dub Room Special era anche uscito in DVD per Eagle Vision, con in aggiunta anche estratti di un concerto del 1981). Questo esperimento televisivo, come commentò lo stesso Zappa nel corso del Mike Douglas Show nel 1976, fu, perlomeno in USA respinto decisamente dall'industria televisiva americana, mentre venne trasmesso in prima serata, con grande successo, in Francia e Svizzera.
La band che esegue il concerto, una delle migliori formazioni delle Mothers Of Invention, che poi si sarebbero ufficialmente sciolte, anche se il logo venne poi ciclicamente ripreso dallo stesso Zappa per sue formazioni successive, e precisamente: Napoleon Murphy Brock (sax e flauto), George Duke (tastiere), Chester Thompson (batteria) e Ruth Underwood (vibrafono e percussioni), cioè la formazione impiegata nel mitico concerto di Helsinki, finito sul Volume 2 di You Can't Do That On Stage Anymore. Il concerto, che in A Token Of His Extreme viene riportato integralmente, mostra una band ormai rodata, affiatata che esegue una performance di grande fluidità sonora nella quale Frank Zappa, come peraltro non succede spesso, si convince di essere un membro di una band e non il suo dispostico ed indiscusso leader.
Si comincia con The Dog Breath Variations/Uncle Meat, un vero tour de force della bravissima Ruth Underwood al vibrafono, poi segue Montana, dal testo demenziale ma con la chitarra di FZ a regnare su una band che gli fornisce un supporto ritmico bestiale. Earl Of Duke e' ovviamente un omaggio al tastierista George Duke, introdotto da Zappa con parole di elogio e che mostra tutta la pazzia tecnica necessaria ai membri delle Mother per stare alla pari con il leader. Ci sono poi due lunghe suites, tratte da One Size Fits All: Florentine Pogen e Inca Roads di circa 10 minuti l'una, dove viene fuori tutto l'amalgama musicale che Zappa era riuscito a creare con questi straordinari solisti che davvero si passano la palla, sia musicalmente che vocalmente, con Zappa ben felice di intromettersi con i suoi assolo che sono la giusta mistura tra tecniche sopraffine e calore rock (ascoltatelo in Inca Roads) Ci sono anche gli ovvi siparietti demenziali, come la classica Stink-Foot e la lunga Room Service, ma poi arrivano brani come Pygmy Twylyte, con una grande intro della Underwood, a mettere tutti d'accordo sulla grandezza dello Zappa chitarrista eccelso e innovativo, mentre se volete sentire i suoi blues, ascoltatevi come lo suonava il vecchio Frank in More Trouble Every Day, da ascoltare in ginocchio perché il Dio della chitarra era lui!
ZAPPA
FZ:OZ
VAULTERNATIVE RECORDS
★★★
Passiamo ora all'inizio del 1976, precisamente al 20 Gennaio 1976, all'Horden Pavillon di Sydney in Australia, dove Frank Zappa si esibì con la nuova band, formata da: Terry Bozzio (batteria), Roy Estrada (basso), Andre Lewis (tastiere); unico della band precedente rimasto era Napoleon Murphy Brock (sax). Il concerto in questo doppio Cd non viene presentato in tutta la sua interezza, perché due brani per questioni di timing sono stati omessi e la registrazione, come sempre è ottima, anche se qualche aggiunta, presa dai bootlegs, è stata fatta, per rimpiazzare i periodi di vuoto, dovuti al cambi di nastro, come ricordano le note del sempre valido Vaultermeister Joe Travers.
Il concerto inizia con la già sopra menzionata Stink-Foot, tratta da Apostrophe ('), poi nel prosieguo troviamo due "repechages" dai suoi primi dischi: Freak Out del 1966, da cui riprende in sequela: How Could I Be Such A Fool?, I Ain't Got No Heart e I'm Not Satisfied; We're Only In It For Money del 1968, con il trittico di: Lonely Little Girl, Take Your Clothes Off When You Dance (virata in reggae) e infine What's The Ugliest Part Of Your Body? (La risposta per chi non lo sapesse è: il cervello!); tutte le canzoni sono riarrangiate per il nuovo combo ovviamente.
Ma le mie preferenze vanno ai brani più lunghi e più strutturati, in cui, messa la satira (parzialmente) da parte, Zappa e i suoi eccellenti accoliti si permettono lunghe cavalcate strumentali sempre sospese tra rock classico, blues, jazz, improvvisazione, ma senza mai perdere di vista la melodia, come la corale Advance Romance, tratta da Bongo Fury, seguita da The Illinois Enema Bandit originariamente prevista per il boxset di Lather che vedrà la luce molto più tardi. Sul secondo Cd troviamo altri due capolavori indiscussi: una Chunga's Revenge da 16 minuti con la base funky supportata da Terry Bozzio, su cui si sbizzarriscono sia Andre Lewis con le sue tastiere che il sax sopraffino di Napoleon Murphy, poi Zappa si prende la sua rivincita con la successiva Zoot Allures, con la sua chitarra piena di effetti, per altri 13 minuti da favola. Ma c'è ancora altro, una miriade di piccole gemme che vi lascio scoprire.
FRANK ZAPPA
PHILLY '76
VAULTERNATIVA RECORDS
★★★★
Arriviamo infine al capolavoro di questa puntata, non perché questo live registrato a Philadelphia, al The Spectrum il 29 Ottobre 1976, contenga qualche chicca rarissima, qui dentro c'è lo stesso geniale Frank Zappa, incontenibile come sempre, ma perché troviamo in formazione una voce davvero strepitosa, quella dell'AfroAmericana Bianca Odin Thornton (da FZ definita la Donna Bionica), che porta davvero un nota "black" alla musica di Zappa, davvero inusuale, peccato che la sua permanenza sia durata poco, fortunatamente questo concerto ci propone tutto il suo carisma vocale. Anche il resto della formazione, a parte Terry Bozzio, è mutato rispetto al concerto australiano: Ray White alla chitarra ritmica, Eddie Jobson alle tastiere e al violino, mentre Patrick O'Hearn aggiunge il suo basso alla ritmica di Bozzio.
La formazione è decisamente cambiata e propone un concerto scintillante, come già mostra l'abbinata proto-demenziale iniziale: Stink-Foot (dedicata ai piedi puzzolenti del pubblico) e The Poodle Lecture (dove dimostra che i più grandi errori del creatore son stati: l'uomo, la donna e il barboncino!), supportato da un funky che poi da il via all'entrata vocale di Bianca in una strepitosa Dirty Love che diventa uno standard R'n'B al James Brown. Segue poi la chicca di Wind Up Workin' In A Gas Station che compariva su Zoot Allures che sarebbe uscito, ricorda Zappa, il giorno successivo Halloween, ancora in superba evidenza il canto di Bianca che apporta davvero un plus ai coretti Doo-wop, anche la successiva Tryin' To Grow A Chin gronda di black music. Segue poi una lunghissima versione del classico The Torture Never Stops, qui in una versione lenta, decisamente sofisticata, con bella evidenza del basso e del piano, dopo 5 minuti c'è l'intermezzo strumentale, ipnotico, avvolgente con Zappa quasi poetico che suona sui mugoli vocali stupefacenti di Bianca. Altro classico è City Of Tiny Lites, che sarebbe poi finita nel 1979 su Sheik YerBouty, ritmicamente prodigiosa rammentando alcuni picchi strumentali dei King Crimson coevi. Ancora Bianca in grande spolvero con un attacco gospel di You Try To Call Me che poi vira in funky, con il canto della singer che rasenta i picchi di Dionne Warwick.
Sul secondo Cd poi c'è la sequela di quasi 35 minuti di: Black Napkins e Advance Romance che sono davvero un duetto di amore musicale tra Bianca e Frank, specie il primo che è un blues jazzato con vocalità scat su una base rallentata, poi diventa un brano da fare invidia ai Pink Floyd, con chitarra, voce e violino superlativi. Il secondo brano vede ancora in bella evidenza sia il violino di Jobson che il basso di O'Hearn e il canto di Bianca Odin che pare davvero abbia sempre cantato con Zappa; per una cantante reperita dal management di FZ, dopo una sola audizione e che non aveva mai sentito nominare Frank Zappa prima d'allora, niente male! Il concerto non finisce qui, ricordo ancora l'assurdo yodler-country di Dinah-Moe Humm, mentre tra gli encores troviamo una bella versione di Stranded In The Jungle, tributo al gruppo Doo-wop degli Jayhawks, ma di sorprese c'è ne sono ancora. Concerto da avere a tutti i costi, questo Philly '76! Costi quel che costi!