Frank Zappa "Make A Jazz Noise Here"

By Maurizio Becker

Music, November 1991


FRANK ZAPPA
Make A Jazz Noise Here

(Barking Pumpkin)

"World's finest Optional Ententainment" (il miglior intrattenimento opzionale al mondo) è l'appropriatissimo slogan con cui l'etichetta personale di Frank Zappa si fa pubblicità. La musica deviante e "fastidiosa" di Zappa rappresenta davvero un'opzione: non la troverete nei primi scaffali del vostro rivenditore di dischi, non subirete invadenti promozioni televisive, leggerete giusto qualche recensioncina in ultimo pagina e, se accenderete la radio, potrete scorrazzare tranquillamente da una stazione all'altra senza incontri inquietanti. Per raggiungere il suo pubblico, Zappa utilizza canali diversi; si fa propaganda da sé, magari attraverso un'apposita linea telefonica e un'efficiente struttura di merchandising. Detto questo, recensire il suo ennesimo doppio CD diventa più che altro un vezzo, un modo di sottolineare che si può anche ascoltare "altro", che non è mica obbligatorio accodarsi, e poi che a cinquant'anni un musicista è tutt'altro che finito. "Make A Jazz Noise Here" è un'opera eccellente: una travolgente riscoperta di composizioni d'annoto (il '67, il '69, i primi '70) ma anche una ostinata riproposizione di idee recenti ("Sinister footwear" è dell'84, ad esempio) prese ostinatamente sottogamba da tutti, visto che di Zappa s'è parlato seriamente e appassionatamente fino a "Joe's Garage Act l", non oltre. Pochi in realtà hanno ascoltato quanto l'incontenibile chitarrista/compositore ha prodotto negli ultimi dieci anni; lui lo sa, perciò si fa più acido del solito quando, puntiglioso peggio d'un maestrino, sottolinea con la matita blu le nostre mancanze di ascoltatori e critici, e ci assedia in modo sempre più pressante, costringendosi a prestar attenzione al vecchio e al nuovo assieme, senza più alibi o scappatoie. Zappa è convinto di stare dalla porte del giusto, e noi?

Maurizio Becker