Frank Zappa, il cantante pazzo

By Curly Amerin

Ciao 2001, December 2, 1970


Nel 1965 Frank Zappa, uno dei musicisti più dotati del pop, ha fondato il gruppo delle Mothers of lnvention, le Madri dell'Invenzione, che dopo varie traversie si sono recentemente ripresentate alla ribalta con un incredibile concerto sinfonico, « Duecento motel ». Molti hanno avvicinato questo gruppo contestatore a un'altra formazione d'avanguardia, la Band formata da Jaime Robbie Robertson e che accompagna spesso Bob Dylan.

NEW YORK, novembre

Un gruppo triste ed un gruppo pazzo stanno tenendo banco, qui in America, nel campo della musica leggera. Due stili diametralmente opposti, due maniere differenti di concepire la musica: sono « La Banda » e Franco Zappa con le « Madri ». Hanno in comune una sola cosa: tutti e due i complessi vengono dalla California, da quel contraddittorio, caotico, affascinante, ribollente agglomerato urbano che è Los Angeles.

Parliamo de « La Banda »: cinque giovanotti barbuti e trasandati come se ne incontrano tanti ai cigli dell'autostrada intenti a fare l'autostop. I loro nomi: Jaime Robbie Robertson, il leader, compositore delle musiche e dei versi di numerose canzoni del gruppo; Richard Manuel, pianista, Lanon Helm, batterista cantante, Dick Danko, contrabbasso elettronico, Jack Slummer, chitarra. Aria scanzonata, aspetto giovanile, nelle loro musiche il sapore dell'estate che se n'è andata, un sound malinconico, versi che ricordano all'uomo l'instabilità, l'incertezza e la fragilità della vita. La rivista Eye Magazine ha indetto un referendum sui complessi di tutto il mondo: « La Banda » si è aggiudicata il titolo di « gruppo dell'anno ». Il complesso venne formato una decina di anni fa, una formazione come tante, musiche country, Folk o West, rumorosa più delle altre. In quegli anni -- dice Jaime Robbie Robertson -- giravamo negli Stati del West, spingendoci nelle zone più arretrate del Texas, dell'Oklahoma o dell'Arkansas ed era un tormento suonare in pace. C'era sempre qualche giovanotto del posto che saliva sul podio e pretendeva di suonare con noi; dovevamo acconten tarlo perché è una abitudine che è difficile da debellare. Ogni sera avevamo sempre un "aggregato" ed eravamo costretti a fare la musica più commerciale e più in voga. Poi venne Big pink e fu il successo ». Il microsolco di Big pink (grossa rosa) fu concepito, sperimentato e messo a punto in una villetta scalcinata sulle colline di Los Angeles: con quel disco « la Banda » riuscì a dare un'impronta nuova nel mondo della canzone. Se fino a quel momento, infatti, i musicisti folk, West o country avevano avuto successo con temi politici o contestatari. « La Banda » riusciva a sfondare narrando invece piccole tragedie di ogni giorno, cioè soggetti che altri gruppi musicali non hanno mai sfiorato. Nelle correnti moderne dell'industria cinematografica quelli della « Banda » rappresentano qualcosa di diverso; per questo piacciono tanto alla gioventù americana (assetata sempre del nuovo e dell'originale) che ne ha già fatto degli « eroi nazionali ». Come esempio, citiamo un motivo de « La Banda » che si intitola: Solo una fermata al fischio del treno. È la storia di un uomo che, seduto in un treno, assiste all'inseguimento di un giovane da parte della polizia. « Gente dove correte? », dice la canzone che invita a compiere un bel viaggio che allontani dalla realtà, una esortazione ritmica alla salvezza a bordo di un immaginario e simbolico treno che ha per meta la pace.

I critici sono concordi nel ritenere che « la Banda » deve il suo particolare affiatamento più che ad una vera cultura musicale: sono infatti tutti orecchianti e solo il pianista Richard Manuel ha studiato da bambino un po' di musica ma ha subito smesso. Gli altri non ascoltano nemmeno le incisioni degli altri complessi « per non lasciarsi influenzare », dicono. Tutto il contrario, insomma, di Franco Zappa e delle « Madri »: tanto sono semplici, quieti, tristi quelli della « Banda , tanto sono rumorosi, sofisticati, celebrali Franco Zappa con le « Madri ».

Franco Zappa è nato a Cuccamonga (nei dintorni di Los Angeles, una campagna famosa per la produzione di uva) da genitori italiani. » Il mio complesso è nato un giorno del mese di maggio, proprio il giorno della festa della mamma; per questo ho chiamato i miei amici le madri», dice Franco guardandoti con i suoi grandissimi occhi neri che spuntano da dietro una fluente chioma castano-bionda, con i baffi ed il pizzetto nerissimi che gli incorniciano il volto. Il suo complesso, dunque, nacque nel 1965 e la dizione esatta è « Le madri dell'invenzione ». Perché questa dizione? La risposta viene sentendo Franco parlare con i suoi ragazzi al principio di un concerto. Si avvicina loro e dice: « Per un certo numero di battute andremo avanti in quattro quarti, poi, d'improvviso, inseriremo tre battute di diciassette ottavi e una di ventidue ottavi; il tutto lo eseguiremo con tale velocità e così legato che nessuno dovrà capire in che razza di tempo ci troviamo, nemmeno noi ».

E' uno spettacolo, sentirli suonare motivi che si intitolano L'America beve e torna a casa, Ti senti mica impiccato? e Chi sono mai i poliziotti del cervello? Raffinati e preparatissimi dal punto di vista musicale, stupefacenti come attori: ad un certo momento, ad esempio, finito un brano, se ne restano zitti e immobili, il pubblico tace, comincia a impazientirsi ed allora si sente un tremendo ululato di sciacallo, sempre più forte che fa da introduzione al brano intitolato Aria morta.

Quando anni fa mandarono il loro primo disco-dimostrazione alla famosa casa discografica « Dot » ebbero una grossa delusione: lo respinsero all'unanimità. Oggi, Franco Zappa e « Le Madri » hanno avuto la possibilità di preparare un grosso spettacolo con l'orchestra sinfonica di Los Angeles, diretta da Zubin Mehta. Si intitola Duecento motels e, autobiograficamente, si parla di « una stella della musica pop » che gira paese per paese per dare concerti. Ci sono vari brani interpretati da una grande orchestra, un coro di 48 persone (più « le Madri , naturalmente), un narratore, un soprano solista, quattro mimi, undici ballerini e un nano. Uno show eccitante, irritante, sconvolgente: « è solo uno spettacolo pop dice con calma Franco Zappa, « il cantante pazzo » come lo chiamano qui in America.

Curly Amerin