Frank Zappa [Waka/Jawaka]

By Gianni Luisi

Super Sound, November 20, 1972


[...] ricerca che non tocca mai ( ed è questo uno dei suoi pregi) il limite di una sperimentazione esasperata fine a se stessa. E' ben noto infatti com e negli ultimi tempi l'interesse di Zappa si sia rivolto verso la struttura formale delle sue composizioni, e la sua opera consista nello sviscerare temi non propriamente rivoluzionari, per esplorarne le mille possibilità di sviluppo armonico; la sua produzione ha spaziato in varie direzioni, na ha sempre seguito le direttrici dell'ispirazione primitiva, coerentemente con la sua volontà di comunicare con un linguaggio sempre nuovo.

La dicitura «Hot Rats» nel titolo non è casuale, in quanto il nuovo album si riallaccia al lavoro del '69 nella policromia delle composizioni, nell'elaborata costruzione dell'impasto sonoro. Possiamo tuttavia considerare matrice principale di ispiruione dell'album quell'«Holiday in Berlin», apparsa per la prima volta su «Burnt Weeny Sandwich» ed in seguito utilizzata come ouverture di «200 Motels». Un brano, fra i più sentiti da Zappa, tanto che ha avvertito il bisogno di inserirne il tema principale nell'esecuzione di «Dog Breath» nel concerto del 18 settembre all'Oval di Londra. Si pensi alla lunga «Big Swifty», che occupa l'intera facciata del disco, in cui è presente la stessa atmosfera di vago sapore mitteleuropeo, sottolineata dalla melodia di ampio respiro condotta dalla sezione dei fiati; oppure all'assolo di moog di Don Preston nella parte iniziale del pezzo che dà il titolo all'album, incredibilmente simile all'assolo di chitarra di Frank Zappa nella stessa «Holiday in Berlin» di «Burnt Weeny Sandwich». La novità è costituita ora dall'elaborazione di questi temi.

All'ascolto di «Big Swifty» si pone spontanea la domanda: «E' jazz la nuova musica di Zappa?». Un quesito estremamente ozioso, a cui lo stesso Zappa dà una risposta significativa nel piccolo inserto interno alla copertina: «My music vergs on a style commonly called jazz». («La mia musi ca rasenta uno stile chiamato comia musica rasenta uno stile comunemente jazz»).

Un rapporto con ciò che viene attualmente definito jazz o free jazz può essere instaurato esclusivamente su un piano tecnico-formale in quanto i contenuti della musica di Zappa restano fortemente e unicamente suoi.

«Big Swifty» pone in evidenza il morbido tocco della tromba di Sal Marquez, sorretto nella ritmica da un lucido e razionale George Duke alle tastiere, modificate dal vulcanico Bob Moog, e da un trascinante Aynsley Dunbar alla batteria. Accanto ad essi la slide guitar di Tony Duran ed un bassista che si cela dietro l'enigmatico pseudonimo di Erroneous, oltre naturalmente l'onnipresente Zappa.

La sezione fiati, largamente usata in tutto il disco in ogni suo elemento, preannuncia già il nucleo centrale del Grand Wazoo, l'ultimo gruppo del musicista di Baltimora; oltre ad essa nella seconda facciata Zappa introduce nell'impasto ben quattro tipi di chitarra, slide, acustica, hawaiana, e steel, strumento, quest'ultimo, molto caro ai musicisti della West Coast e reso noto dalla mano di Jerry Garcia dei Grateful Dead.

I due episodi vocali della seconda facciata («Your mouth» e «It just might be one-shot deal»), affidati a Chris Peterson, Sal Marquez e Janet Ferguson, fanno in parte rimpiangere gli equilibrismi ricchi di humour di Mark Volman e Howard Kaylan. Sono due testimonianze del filone satirico zappiano sulla scia di «200 Motels». Il primo si muove sulla cadenza del blues, il secondo in un'atmosfera country caratterizzata da uno splendido assolo alla steel guitar di Sneaky Pete Kleinow e dalla chitarra hawaiana di Jeff Simmons, già presente con Zappa in «Chunga's Revenge». In «It just might be a one-shot deal» Zappa si vale di un testo in un dialetto incomprensibile e dell'ausilio dell'antica washboard, oltre ad una nuova diavoleria, le «electric bed springs» (molle del letto elettrificate). Per completare il mosaico resta Waka-Jawaka che si snoda linearmente dal tema iniziale attraverso gli assoli di Don Preston, superstite delle prime Mothers of Invention, al minimoog, di Zappa all'acustica elettrificata con wah wah, di Aynsley Dunbar alla batteria, fino all'infuocato finale western, ironicamente sottolineato dal suono delle campane.

Il disco, edito dalla Bizarre, è distribuito ancora in misura limi tata. La registrazione è ottima con una notevole divisione dei due canali stereofonici. All'interno un interessante foglio con le notizie autobiografiche di Frank Zappa.


Note. The beginning of this article is missing.