Zappa "live"

By Marco Fumagalli & Daniele Caroli

Qui Giovani, September 20, 1973


Frank Zappa e i suoi Mothers sono stati in Italia per due concerti, a Roma e a Bologna, suscitando un incredibile entusiasmo, superiore a ogni previsione.

FRANK ZAPPA E I MOTHERS tornano il 20 settembre per un terzo concerto a Genova (Palasport)

CONCERTO

Anni di attesa, di speranza che il mostro sporco iconoclasta cannibale dissoluto volasse a noi da lande californiane: ed ora era a pochi metri da noi, reale, circondato da strumentisti come Jean-Luc Ponty, George Duke, l'inseparabile Ian Underwood. Wow! Il Grand Wazoo non esiste più, e tuttavia Zappa è ancora vicino ad un simile tipo di discorso: con la differenza che la sua esibizione "live" ha il potere di annichilire, di svellere i cancelli delle restrizioni formali spaziando dalla cristallinità limpidissima di certi duetti chitarra-violino all'ironia dei dialoghi recitati, a momenti apparentemente caotici e in realtà perfettamente coordinati, puntuali.

Frank non ha rinnegato alcun momento della sua carriera artistica, ed in effetti il suo concerto appare estremamente multiforme, sfuggente come sempre a qualsiasi tentativo di classificazione: di nuovo c'è un sostenuto uso del violino, affidato a un Ponty in forma davvero smagliante, le continue iniezioni sonore del trombone, una sezione ritmica più che apprezzabile anche se a volte si rimpiange lo squisito "drumming" di Aynsley Dunbar; George Duke sul suo standard (che è eccezionale), anche se a volte un po' in ombra. Zappa è il punto catalizzatore di tutto il sound, data la sua duplice funzione di "direttore d'orchestra" e di solista (perfino un geniaccio come Ponty appariva emozionato come uno scolaretto, sempre con un occhio fisso ad ogni gesto, suggerimento del leader); ci ha offerto degli interventi lucidissimi e grintosi, le vorticose girandole della sua grandezza espressiva, le sue illuminanti invenzioni.

Continui cambi di tempo, di atmosfere gloriose, insinuanti, provocatorie; una capacità di coinvolgere l'ascoltatore fino a fargli cogliere il significato, la pregnanza di ogni attimo: una fantastica festa collettiva, e migliaia di persone ferme per mezz'ora a richiedere il secondo bis ... Gente! Il satori.

MARCO FUMAGALLI

INTERVISTA

BOLOGNA, settembre

L'ineffabile Zappa, in Italia con una nuova ed eccellente formazione per due concerti (più uno), ha ovviamente richiamato un enorme numero di appassionati. A Bologna, circa diecimila persone hanno seguito con la massima attenzione (tramutatasi alla fine in esplosivo entusiasmo) l'esibizione dei Mothers. Nessun incidente e niente paranoia per il gioioso raduno, che neppure qualche spruzzo di pioggia è riuscito a turbare. Nel corso della serata era stato dato (accolto da grandi applausi) l'annuncio che Frank Zappa e i Mothers saranno di nuovo in Italia il 20 settembre, per un concerto al Palasport di Genova: grande e insperata occasione per chi ha perso gli spettacoli di Bologna e Roma.

Incontro Frank Zappa all'ora di cena, in un grande albergo del centro della città, prima del trasferimento allo stadio comunale. Zappa ha terminato il suo frugalissimo pasto, circondato da rappresentanti della sua Casa discografica, da giornalisti e da membri del suo entourage e affiancato da due splendide donne che presenta come "moglie e fidanzata". I colleghi mi riferiscono delle domande già rivoltegli, che hanno ottenuto risposte estremamente laconiche: « Riprenderà la collaborazione con Captain Beefhart? ». « No ». «Perché? ». « Chi collaborerebbe con lui? ». «Perché ha portato Ponty nel gruppo? ». « Avevo bisogno d'un bravo violinista ». « "Grand Wazoo" ha anche un significato sociale? ». « No, si tratta soltanto di musica ».

Ora mi trovo io di fronte a questo enigmatico personaggio, un musicista tra i più importanti della scena contemporanea, figura carismatica elevata negli anni a simbolo di genialità artistica e di comportamento anticonformista. Non riesco purtroppo a stabilire un dialogo (Frank sembra più interessato alle effusioni delle sue due dame), ma ricevo diverse soddisfacenti risposte.

GIOVANI: « Sapevi di essere molto popolare in Italia, e di avervi ottenuto un grosso successo discografico con "Hot Rats"? ».

FRANK ZAPPA: « No, se l'avessi saputo mi sarei messo a studiare l'italiano per 'occasione ».

G.: « Cosa ci dici della tua esperienza con gli ex-Turtles Volman e Kaylan; fu un tentativo di raggiungere un pubblico più giovane? ».

Z.: «In realtà, m'interessava ricominciare a scrivere dei testi per canzoni. Non lo facevo da diverso tempo. E' stata un'esperienza interessante. Ora Phlorescent Leech & Eddie, il gruppo formate dal due dopo la nostra separazione, s'è sciolto. Aynsley Dunbar, il batterista, sta attualmente lavorando con David Bowie ».

G.: « Come mai sei tornato ora alla musica strumentale? ».

Z.: « Ho dei buoni strumentisti e ne voglio approfittare. Però ci sono vari pezzi vocali nel repertorio attuale, e faccio in questi casi anche da cantante ».

G.: « Non suoni più l'organo, come in "Burnt Weeny Sandwich"? ».

Z.: « No, soltanto la chitarra ».

G.: « Quell'album venne maltrattato dalla critica americana, eppure era molto valido. Come mal? ».

Z.: «Non so. Probabilmente perchè i critici non hanno tempo per sentirsi I dischi ».

G.: « Ma, del tuoi numerosi album, quale preferisci? ».

Z.: «"Lumpy Gravy'', senz'altro ».

G.: « E dei numerosi musicisti con cui hai lavorato, quale vorresti di nuovo con te? ».

Z.: «Nessuno. Quel che è stato è stato ».

G.: « Come consideri l'esperimento di "200 Motels", film e colonna sonora? ».

Z.: « Sul film non ho niente da dire, se non che è uno del primi a trattare della realtà del mondo del rock. La colonna sonora non mi ha interamente convinto, per la scarsa resa della orchestra sinfonica impiegata. Comunque, nel disco c'è molta varietà d'idee. Non ho voluto fare un lavoro "classico", nè "nobilitare" il rock con l'impiego d'una grande orchestra: si è trattato semplicemente d'una idea cui ml sono dedicato per molto tempo e che ritengo, dopo tutto, ben realizzata ».

Ora cominciano gli interventi estremi di altri giornalisti che vogliono sapere qualcos'altro dal genio misterioso, mentre i flash dei fotografi si fanno più frequenti. Poco dopo Frank Zappa si accomiata: è pronto l'autobus che porterà i musicisti e gli accompagnatori allo stadio.

Commenti? Be', Frank è molto freddo e riflessivo. Non ama le domande generiche ma è pronto a dilungarsi quando si affronta l'argomento che gli sta a cuore, la sua musica. Non si preoccupa di apparire simpatico alla stampa, nè gli si può dare torto: troppe volte, dopo innumerevoli incontri con giornalisti di tutti i Paesi, le sue affermazioni sono state travisate per fare di un serio e fantasioso musicista come lui un personaggio grottesco di cui servirsi per aumentare le tirature del giornali specializzati e no. la cosa, a Zappa, almeno sul plano finanziarlo, non dev'essere però nociuta.

DANIELE CAROLI