Un musicista per tutte le estati

By Maria Laura G. Giulietti

Ciao 2001, April 25, 1976


Frank Zappa è in visita per l'Europa e i suoi concerti fanno l'esaurito con settimane d'anticipo.

Il pubblico, anche il più giovane, corre ad ascoltare quello che Zappa ha da proporgli per l'anno '76 e partecipa al folle sound del chitarrista con entuiasmi enormi.

D'altronde questa formazione è abbastanza insolita per lui: infatti dopo anni di ensamble numerosi se non addirittura orchestrali, Zappa è tornato alle piccole formazioni. Nel quintetto, oltre a Zappa chitarrista (e che si concede molto, molto di più di una volta), ci sono Roy Estrada al basso (vedi foto a colori), André Lewis alle tastiere, Napoleon Murphy Brock ai fiati e Terry Bozzio alla batteria. Questo organico permette loro di esprimersi con maggiore chiarezza e corposità; ogni inserimento è concepito come una apertura mentale e la posililità di improvvisazione è molto più grande e di superbo sfogo, specie per la chitarra magistrale di Zappa che per il terribile basso di Estrada.

Cuest'ultimo, dopo anni di anonimato su e giù per le strade d'America come camionista, è tornato alla musica e al palcc scenico sempre assieme all'amico Frank. Oggi, dopo qualche mese passato ad ingranare di nuovo nel music business, Roy sembra più bravo di sempre e la sua faccia da duro e eia contadinone non ha più dubbi:

« ... Quando Frank mi ha mnandato a chiamare per spiegarmi la situazione, insomma, che mi rivcleva con lui, io l'ho mandato diretto a quel paese. Avevo messo del tempo per cercare di dimenticare il periodo delle prime Mothers e della musica in generale, e ora volevo vivere un tipo di vita tranquilla, senza grilli per la testa, volevo un lavoro sicuro e redditizio. Per anni mi sono alzato o qualsiasi ora del giorno e ingoiavo miglia su miglia come un cammello, poi, quando il sole era alto, mi fermavo a qualche drugstore in uno sperduto centro di provincia americana per un sandwich e quindi di ucvo in marcia, anche di notte.

Potrebbe sembrarti uno schifo, ma per me era davvero il paradiso. Comunque Frank è tornato all'attacco una infinità di volte e alla fine mi ha invitato a casa sua per una settimana; li abbiamo suonato ventiquattro ore su ventiquattro e ce la siamo spassata come ai bei tempi. A dirti la verità neanche quando facevo il camionista ho mai smesso di suonare e fare musica ... ho anche messo su un paio di gruppi e inciso dei pezzi come session man, ma molto di rado, agli inizi, quando ancora ero indeciso ...

Comunque dopo la settimana da Frank sono tornato a casa confuso e stravolto, non sapevo proprio che pesci pigliare. Non volevo ancora dargli una risposta precisa e lasciavo che i giorni passassero; ad un certo punto Frank mi chiama e mi dice che c'è un concerto a due passi da casa mia, se volevo raggiungerlo sul palco ... beh, naturalmente, mi ci sono fiondato e abbiamo fatto uno splendido concerto, completamente improvvisato.

Alla fine Frank mi ha detto: Beh, brutto bestione se non torni con me ora vuol dire che sei stupido! Ok, gli ho dato ragione e ogni giorno sto meglio. Certo i problemi esistono sempre e l'accordo qualche volta va a farsi fottere, inoltre ci sono gli sbagli tecnici che indispongono tutti e nevrotizzano, ma per il resto è una pacchia! ».

Anche Zappa, per conto suo, è molto più contento e organizzato di qualche anno fa e la piccola formazione lo eccita abbastanza da voler rinnovarsi e preparare grosse cose per un prossimo futuro:

« ... In tutti questi anni spesso ha avuto il desiderio di rinnovarmi e di cambiare stile musicale. Spesso molti ottimi musicisti si perdcno per la strada proprio perché non riescono a cambiare la loro immagine e il pubblico, che è sempre in rotazione ciclica, li dimentica e li calpesta. li pubblico può essere eccezionale, ma anche terribile: non ha dei sentimenti lineari, è sempre disposto a cambiare gusti e a mietere vittime, per questo io ho una grande stima per i ragazzi che non si lasciano infinocchiare, che con un fischio o un boo capovoltano le classifiche internazionali.

Oggi ho trovato delle rispondenze musicali e sociali molto diverse da qualche anno fa e ho deciso di mutare nuovamente la mia strada: questo quintetto è sem plicemente il primo passo. Suonare insieme a Roy, André, Nap e Terry mi da delle enormi soddisfazioni e la nostra musica sembra rivoluzionata, c'è un sacco di spazio per le improvvisazioni e io stesso sto tornando a suonare moltissimo la chitarra, faccio dei lunghi assoli e, insieme al basso di Roy, ci tiriamo proprio su.

Queste date europee sono anche la dimostrazione che il pubblico è interessato in questo esperimento e che la mia idea non è sbagliata; in questa maniera esce fucri della musica molto più spontanea e vigorosa. Certo, trovare i musicisti giusti è molto difficile, spesso si montano la testa dopo appena qualche giorno « on the orad », si allungano subito sui liquori e se la spassano con le varie groupies, non che io faccia diversamente, ma almeno sul palco rendo sempre tot, invece altri cominciano a lamentarsi: hanno dolori al fegato, alla testa, non si reggono in piedi, hanno crisi depressive.

Penso che la cosa più difficile di tutto il musicbusiness sia proprio tirare su un gruppo e di potersi fidare dei musicisti, insomma, essere almeno sicuri di non svegliarsi e trovare un messaggio d'addio!

Anche quando la musica ha un autore preciso tutto il gruppo contribuisce alla sua realizazione e alla sua validità, se nel gruppo c'è un musicista moscio, allora tutto va a farsi fottere. Spesso hanno detto e scritto che sono un rompiscatole e che la mia megalomania mi partava ad essere sempre il primo: ma io non sono un megalomane! Sono semplicemente un puntiglioso ed un intransigente! E questo è niente, vedrete quello che farò tra qualche tempo. Ascolterete dei concerti incredibili e usciranno dei dischi enormi! In fin dei conti sono un ottimo venditore di me stesso e credo fermamente che la pubblicità sia l'anima del commercio! Ciao. »

Maria Laura G. Giulietti