La ballata dello sceicco furbo

By Maria Laura G. Giulietti

Ciao 2001, May 20, 1979


Il nuovo / vero disco di Frank Zappa si intitola « Sheik Yerbouti » e ripropone la sua miscela musicale fatta di suites per orchestra. Canzoni ballabili, rock'n'roll e avanguardia, filtrata pero' dalla inesauribile vena sarcastica dell'ormai leggendario musicista Californiano. Che ancora una volta ha fatto centro.

A dire la verità, tra così tanti dischi sfornati l'uno dietro l'altro in una farsa discografica con stoccate rocambolesche, la discografia di Frank Zappa si fa sempre più complicata. E questo, innanzitutto, perché è proprio Frank ad essere il più complicato di tutti.

Una vena compositiva che ha dell'incredibile, disposta ad oscillare tra suites per orchestra, scherzi e lazzi, canzoni ballabili, rock'n'roll, hard-rock, pop, Varèse, Stravinsky, grugniti e pernacchie, sempre guidata con prontezza e sincerità, presa per mano e accompagnata ovunque. Frank Zappa. Un tipo difficile da capire, sfuggente e leggendario, padre dell'avanguardia da lui spesso beffeggiata e derisa, solista d'eccezione, stralunato e allampanato direttore d'orchestra dove tutto deve funzionare al millesimo.

« La gente si fa di me una idea precisa » dice sornione, continuando: « Ma non è mai quella con la quale io concordo ... ».

Un intrattenitore nato, un venditore di se stesso, un presentatore del sabato sera, un sarcastico fratturatore di barriere, un talento illimitato per tutto quello che è intuibile, un uomo d'affari o un poeta relegato al di fuori del mondo? Questo e altro. Ma come, direte voi, tutto questo messo assieme?? Naturalmente. L'ho ascoltato più volte dichiararsi a favore di ... o contro x o y e poi capovolgere la situazione in quattro e quattr'otto senza veder intaccata la sua coerenza.

Occhi furbi, volto spigoloso, baffi e mosca in bella mostra, bruttezza acuta di un conquistatore simile più a Don Chisciotte che a Rodolfo Valentino, Frank Zappa se la ride di tutti. Anche della sua nuova casa discografica che sembra gli abbia fatto un contratto fa. voloso proprio nel momento in cui il chitarrista cerca l'aggancio con musica più immediata. Se la ride della maxi-tournée dove il pubblico vuole qualcosa che è sempre diverso da quello che poi Zappa gli propone, se la ride di tutti quelli che si chiedono come e perché un personaggio "vecchio" come lui riesca sempre a trovare la carta vincente. Se la ride persino dei dischi che la sua ex casa discografica sta lanciando sul mercato per rivalsa. Se la ride perché trova che siano ancora belli e ammette che lui di cattiva musica non ne ha mai fatta. « Anche le cose che io scarto sono meraviglia, non c'è niente che non valga la pena di ascoltare ». E alza gli occhi al cielo, come se l'avesse davvero detta grossa.

• SHEIK YERBOUTI

Il suo vero, nuovo album si intitola « Sheik Yerbouti », ennesima scherzo furbo di un contemporaneo che guarda i contemporanei.

« L'industria mi è sempre piaciuta, mi soddisfa sentirmi tra i grandi » esclama soddisfatto ben sapendo che l'alternativa alla grande casa discografica lui l'ha attuata da sempre con la creazione della "Discreet Records" fatta a sua immagine e somiglianza dove ogni fatto, sia esso musicale, di produzione, di immagine, di business, dipende interamente da Zappa.

E Zappa autore di testi dissacratori?? C'è posio anche per quello. Certo i tempi sono cambiati da quando i disk-jockeys americani avevano l'obbligo di parlare sopra i suoi brani per evitare che il pubblico ascoltasse le "sconcezze" che vi si raccontavano. Oggi che tutto è ovvio e normale, oggi che niente scandalizza, fa sembrare inconcepibile quello che una vclta era la realtà.

«Ho sempre detestato la poesia – dice Zappa – direi addirittura che la odio. Non mi va di fare generalizzazioni sociologiche, non riesco ad identificarmici. La soia idea mi fa morire. Eppure c'è qualcuno che ha tirato fuori delle cose dalle mie canzoni che sono addirittura meravigliose. Spesso faccio leggere le mie parole a mia moglie, eppure cerco di dirle e ridirle per vedere che tipo di effetto mi fanno. Cambio spessissimo le parole, i pensieri, aggiungo cose che magari non c'entrano anche perché molto spesso le parole sono usate foneticamente fino a che non diventano parte integrante della musica.

Vedi, io non mi ritengo un vero cantante e spesso faccio cantare le mie cose a chi lo è realmente. Mi piace vederle assieme alla musica e così il testo è simile ad uno spartito per chitarra o per piano, deve funzionare nella stessa maniera. li suono delle parole... il suono degli strumenti, qualcosa che produce meccanismi di rumori, di effetti sonori. Se ci si dovesse veramente fidare delle parole allora sarebbe meglio comunicare telepaticamente. Fai conto che tu devi dire una cosa ad una persona e sai che questa cosa può fargli male. Allora ti siedi e pensare se è giusto. Poi questa persona ti chiede di cosa si tratta e tu cerchi di dirglielo nella maniera migliore. Ovvero nella maniera falsa. lo guardo realisticamente a questo tipo di cose e mi chiedo cosa sia realmente utile alla gente. E allora dico: boogie... ».

• QUELLO CHE VOGLIO IO

E allora ascoltate il suo nuovo album doppio e regolatevi di conseguenza, anche perché Zappa ha sempre fatto ballare, anche nei suoi episodi più cerebrali, anche quando la bacchetta luccicava nelle sue mani.

Eppure « Sheik Yerbouti » già non gli appartiene più. Come tutti i più solerti agitatori musicali Zappa preferisce guardare avanti e le sue idee sono numerosissime. Non è semplicemente un uomo di cartone che deve seguire le regole per poter essere di moda. La moda è lui che la fa, anche se si continua a pensare a Zappa come ad un musicista per una cerchia ristretta, un nome caro a pochi eletti, un alchimista prezioso.

« Quando ti trovi il disco bell'è pronto, già sai che per te è un capitolo chiuso, già pensi a quello che ti aspetta. E mentre il mondo ti segue in quel tuo capitolo ecco che tu sei già lontano mille miglia ». Dice « Quello che vuole la gente è terribile – continua – la gente vuole che una canzone sia una canzone. "Io amo te e tu ami me", "le foglie sono verdi e poi ingialliscono", "la pioggia, piove, fa freddo, tu sei lontano, tu sei sparita", "ho il cuore a pezzi", "sei tornata e il mio cuore è o.k.", dio mio, è provato che la gente vuole proprio questo. Allora io ogni tanto mi chiedo: è giusto non dare alla gente quello che vuole? E comincio a pensare al ruolo che il musicista, a quello che deve fare, a come doversi comportare. E anche come riuscire a far volere alla gente anche quello che voglio io. Quando sei sul palco e li hai davanti, cosa devi realmente fare? Così cominci a mischiare certe cose. Quando lavoro su un pezzo ci passo anche intere settimane e lo vivo minuto per minuto. Poi un giorno vai in sala di registrazione e lo incidi, lo incidi quando pensi che proprio sia giunto al suo momento migliore. E' a questo punto che la gente lo ascolta, dopo che il pezzo ha già vissuto la sua vita. Sali sul palco, hai centinaia di occhi che ti guardano e ti chiedi se tutto questo è giusto. lo credo che tutto il materiale che ho scritto attraversi un ciclo e ogni mio album che torno ad ascoltare dopo anni mi sembra o.k. proprio perché lo riferisco a quel preciso periodo. Potrei scrivere e suonare fino agli anni duemila e ancora avanti. Non ho problemi di stile e non mi interessano i cambiamenti di mercato. Posso dire che mi piace tutto, ascolto di tutto e non faccio il censore. Lasciate che la gente suoni e che abbia il suo stile, tutto il resto non ha importanza ».

Insomma le idee chiare le ha sempre avute e la sua nutritissima discografia lo dimostra ampiamente. Zappa non è il prodotto discografico di plastica, senza anima, l'immagine sfocata dei cantanti da discoteca robotizzati. Egli possiede il piglio dell'avventura, della vita presa a braccia aperte, le bordate dure di chi sa che alla fine avra ragione.

Un egocentrico, un narcisista, un prezioso cercatore di suoni d'avanguardia o lo sceicco furbo che sorride dalla copertina del suo ultimo disco? Il suo petrolio l'ha trovato tra gli spartiti, sui palcoscenici di mezzo mondo, tra gli strumenti e le sale di registrazione. Cosi, sapendo quanto costa la benzina ...

Maria Laura G. Giulietti