Frank Zappa "Tinseltown Rebellion"

By Massimo Bassoli

Rockstar, July 1981


FRANK ZAPPA «Tinseltown Rebellion» CBS88516

Annunciato per lo scorso ottobre, vede la luce solo ora il nuovo disco (doppio) di Frank Zappa. Il ritardo, neanche a dirlo, è stato dovuto alle solite difficoltà nei rapporti con la casa discografica. L'originario titolo 'Crush All Boxes' è stato messo nel cassetto e delle otto facciate (sic!) registrate e pronte per essere stampate ce ne arrivano solo quattro, sotto un altro titolo, appunto questo «Tinseltown Rebellion». Le altre usciranno nel nuovo album (doppio!) a Settembre con il titolo «You Are What You Is» che piacerà molto ad Adriano Celentano. Nel frattempo, per tutti quelli che non vogliono perdere l'abitudine, c'è la possibilità di acquistare un manuale per chitarra fatto da Zappa; sono tre dischi chiamati «Shut Up And Play Yer Guitar», «Shut Up And Play Yer Guitar Some More» e «The Return Of The Son Of Shut Up And Play Yer Guitar». La creatività non manca.

Le novità non sono finite comunque; la Zappa Records non esiste più e la nuova etichetta di cui Frank Zappa è sempre il plenipotenziario è la Barking Pumpkin Records in omaggio alla moglie Gail.

Ed è proprio su questa nuova etichetta che si presenta «Tinseltown Rebellion», cronologicamente l'ultimissima composizione di Zappa che da il titolo all'album e che è stata inserita all'ultimo momento, tratta dalla tournée americana dello scorso novembre. Si tratta della ennesima invettiva all'ambiente musicale di Los Angeles (Tinseltown è appunto la città con le lucette di Natale) o meglio di un atto di scoraggiamento per tutti coloro che aspirano a diventare rockstar (noi esclusi, n.d.r.).

Di tutte le nuove composizioni, presentate durante l'ultimo tour mondiale, hanno trovato posto in questo disco solo alcune affiancate da classici rivisitati come 'Love Of My Life'. 'Brown Shoes Don't Make It' e 'Peaches en Regalia' qui ribattezzata «Peaches III».

Un mare di musica, citazioni a rotta di collo ed un senso dell'ironia prevaricante. Su tutto un suono di chitarra inconfondibile che caratterizza una delle più convincenti continuità musicali del nostro tempo, ed un mare di testi da stare male. Se ci si avventura in una lettura at tenta, non si esce sani. Il 'No One Here Gets Out Alive / Nessuno uscirà vivo di qui' di Morrisoniana memoria è uno dei capisaldi dell'etica zappiana in cui la drammatica negatività della vita si trasforma in un cinismo imperante, altrettanto drammatico e disperato.

Più volte è stato ripetuto da Zappa, il cinismo è l'ultima spiaggia per la sopravvivenza in un mondo che sempre più si copre di ridicolo. Ed il ridicolo in ognuno di noi è puntualmente denunciato in questi testi, dove gli aspiranti rockettari vanno dal sarto, ma non sanno suonare; gli innamorati vengono presi per il culo dal loro stesso amore; i playboys conquistano semitravestiti e le divorziate cercano uomini più duri del proprio marito.

Questa è l'umanità, non abbiamo bisogno di fantasia, ma di potenziale critico e capacità di sintesi, questa è la formula di Zappa, quella della RAI, ad esempio, invece è ancora ferma al Sig. Fantasia. Evidentemente li ha ancora aggiomati sull'epilogo della fiaba del Pifferaio di Hamlin dove il Nostro finisce affogato in mare con tutti i suoi topi di fogna.

Se il genio di Zappa si fosse esplicato nella pittura, probabilmente ora staremmo parlando di H. Bosch o per la letteratura, di J. Swift ed i suoi «Viaggi di Gulliver» riduttivamente relegati alla narrativa per ragazzi, perché troppo scomodi come atto d'accusi e d'orrore verso l'intera umanità. Ma tant'è, Zappa è un musicista e finché i prodotti saranno a questo livello sarà difficile dimenticarselo, fortunatamente. Siamo tutti ridicoli, Zappa non perde occasione per ricordarcelo, ma non provate mai a dirglielo, lui negherebbe.