Frank Zappa Meets The Mothers Of Prevention

By Paolo Bertrando

Buscadero, January 1986


FRANK ZAPPA
FRANK ZAPPA MEETS THE MOTHERS OF PREVENTION
(Barking Pumpkin/EMI)

Frank Zappa compone troppo, questo è il problema. Tutte le discontinuità, gli strani scivoloni di certi album recenti sono da attribuirsi a un eccesso di musica a disposizione. Incontrollato, il fertile ingegno del nostro insiste a sfornare a getto continuo album e riedizioni e arrangiamenti e colonne musicali. Non che sia carente la qualità: è che, ormai scontata la sapienza compositiva, indiscutibili gli exploit chitarristici, sempre inappuntabile la scelta dei comprimari, verrebbe da aspettarsi da un uomo come Zappa una musica più rifinita, una sorta di pausa di riflessione che conduca a ricerche sonore più accurate, meno legate a una «rispettabile media».

Quanto detto, peraltro, si applica alla lettera soltanto alla prima metà di quest'album bizzarro, in cui Zappa fa mostra di un rock che più zappiano non si potrebbe, due canzoni beffarde con debito intarsio vocale e due strumentali con dosati cambi di tempo e inserzioni percussive, per non dire degli assoli sempre di marca (menzione d'onore merita la chitarra strappalascrime di What's New In Baltimore?, per una volta immune dalla glaciale inventiva zappiana). L'unico vizio, qui, è quello del già sentito. Le cose cambiano bruscamente sul secondo lato: dove, accanto a due pezzi per Synclavier che richiamano con una briciola di movimento in più quelli analoghi del sottovalutato The Perfect Stranger, sta il vero fulcro dell'opera: Porn Wars, dodici minuti di sardonico collage sonoro alla Lumpy Gravy. E la «trascrizione» d'un dibattito avvenuto al Senato USA sui dischi considerati immorali; ma le voci dei senatori (puntigliosamente elencati in copertina come vocalists) so no distorte, accelerate, intercalate da rumori e grugniti nella più pura tradizione dello Zappa semisperimentale. Sono costoro, ovviamente, le «madri della prevenzione», di cui al titolo (con ovvio bisticcio riferito agli antichi fasti delle Mothers of Invention). Globalmente la musica è buona, non si può negarlo, ma è discontinua, un poco negligente. Da Frank Zappa vorremmo sempre ascoltar dischi all'altezza delle sue vertiginose capacità.

Paolo Bertrando