Frank Zappa "Jazz From Hell"

By Paolo Bertrando

Buscadero, January 1987


FRANK ZAPPA
«Jazz From Hell»

(EMI)

Il carattere egocentrico e solipsista di Frank Zappa è ben noto. Musicista irritabile, Zappa sdegna il dialogo con colleghi e comprimari, spesso accusati di incompetenze e velleità; le sue composizioni, scritte fin nei minimi dettagli, non ammettono interventi creativi da parte dei gregari. Non c'è da stupirsi, quindi, che lo Zappa recente ami oltremodo l'esecuzione glaciale ma impeccabile del Synclavier, congegno senz'altro più fedele di qualsiasi imperfetto meccanismo umano. In Jazz From Hell l'uso del computer musicale è ormai generale, soltanto un pezzo è affidato allantico formato-gruppo. E lo stratagemma permette all'esigente compositore finezze esecutive vertiginose, con una ricerca ritmica esasperata, in cui davvero sembra riecheggiare l'anima di Edgar Varèse: i ritmi si frammentano, si polverizzano, in un proliferare di controtempi che coinvolge tanto i suoni percussivi quanto quelli degli strumenti base. Ne nasce un movimento incessante, inquieto, cui si contrappongono gli ormai classici temi zappiani, sequenze di note dall'inconfondibile qualità algida e beffarda. È un contrasto particolarmente stimolante nei brani più quieti, in cui il movimento ritmico è sotterraneo, quasi impalpabile. Ma l'opera giustifica il titolo soprattutto nei pezzi veloci, percussivi, corne l'ottimo G-Spot Tornado, incastro ritmico da manuale.

Certo, se di Jazz dall'lnferno si tratta, è nato nell'ultimo girone, quello dove i peccatori (inclusi forse i musicisti che abusarono di computer) sono confitti nel ghiaccio. Perché il Synclavier certo non dona calore aile creature zappiane, già di per sè non ribollenti nè viscerali. Ed è, questo eccesso di freddo, proprio frutto d'un peccato capitale, la superbia, fin troppo praticata dall'orgoglioso Frank, che ha rinunciato a quel minimo d'elemento umano che avrebbe potuto fare di queste ricche composizioni dei veri capolavori. (Anche se gli va dato atto della massima coerenza: l'unico brano eseguito manualmente, St. Etienne, è un assolo di chitarra di fattura magnifica, ma ancor più gelido dei brani elettronici.)

Paolo Bertrando