Frank Zappa «You can't do that on stage anymore» vol. 4

By Piero Tarantola

Buscadero, July/August 1991


FRANK ZAPPA
«You can't do that on stage anymore» vol. 4 (2 CD)
Rykodisc

Esce, a breve distanza dal doppio CD «The best band ... » dedicato al tour del 1988 questo quarto volume della serie «You can't do that on stage anymore». Su questo doppio dischetto sono raccolte incisioni live comprese nel periodo 1969 - 1988.

Andiamo in ordine cronologico. Nei tre brani del 1969, You call that music, Tiny sick tears e Are you upset troviamo le tipiche provocazion i sonore e concettuali delle Mothers del periodo (quelle con Roy Estrada, Jimmy Carl Black, Don Preston etc) compreso un divertente botta e risposta col pubblico. Questa e una abitudine che Zappa non ha perso con il passare degli anni e ne troviamo analoghi esempi anche su altre sue pubblicazioni live.

In tutti i brani troviamo Lowell George, presenza non nuova per gli zappomani che lo ricordano anche su «Weasels ripped my flesh» LP uscito allora.

«Montana», da quando e stato pubblicato su Overnite Sensation e spesso riproposto da Zappa nei suoi show. La versione qui riportata e un collage tra una registrazione del 1973 ed una del 1984. Zappa, da sempre mago della sala d'incisione, ama spesso mixare frammenti dello stesso brano incisi in epoche differenti in maniera da farli sembrare un tutto unico.

Lo ha gia fatto anche nei precedenti volumi di questa serie. Non c'e trucco, comunque, in quanto le note di copertina riportano puntigliosamente date e luoghi d'incisione.

Smell my beard e The booger man vedono Zappa insieme a George Duke, Tom Fowler e a tutti quelli che lo accompagnarono in Overnite sensation uno dei suoi album di maggiore successo.

Il primo serve da introduzione parlata al secondo (ma ascoltate il basso che nel finale disegna le inconfondibili linee di Louie Louie), un quasi-funky che vede protagonista l'ottimo Duke.

Risale al 1976 The torture never stops un brano senza il quale un concerto di Zappa non puo dirsi tale. In questa particolare versione troviamo la voce rauca di Captain Beefheart che si esibisce anche in una eccellente performance all'armonica e una grande band che vedeva, tra gli altri, i fiati di Bruce Fowler e Napoleon Murphy Brock.

La raccolta si apre eon l'inedito Little Rubber Girl ( 1979) uno dei tanti scherzi non sense di Zappa (compresa 1'introduzione del brano che riprende addirittura «Go cry on somebody's else shoulder» dal mitico «Freak Out!» (suo primo album) e risale a quell'anno anche Pound for a brown caratterizzato dagli azzeccati assoli di Peter Wolf al mini moog e di Tommy Mars alle tastiere. Quasi la stessa band ci propone Florentine Pongen e, riascoltando la chitarra di Warren Cucurullo non possiamo che rammaricarci del fatto che abbia poi messo in svendita cosl malamente il suo talento, rna, si sa, tutti tengono famiglia.

La maggior parte delle incisioni di questo doppio Cd risale agli anni 1982 e 1984. Il tour italiano di Zappa del 1982 fu caratterizzato da disastrose condizioni arnbiental i (Parco Redecesio a Milano) e da disordini eon intervento della polizia, lacrimogeni e compagnia bella (Palermo). Questo fece giustamente infuriare il buon Frank che dedico a questa tournee addirittura la copertina del suo album «The man from Utopia».

Tutto cio fece passare in secondo piano la musica che, riascoltata oggi in condizioni tali da poterla apprezzare, rivela come la band di allora avesse molte frecce al suo arco.

Sono meritevoli di attento ascolto, per esempio, i lunghi assoli di chitarra di Steve Vai e dello stesso Zappa in Stevie's Spanking (registrato a Roma). Chi volesse ascoltare invece la registrazione dei botti e dei disordini si procuri il Vol. 1 di questa serie. Tutto e fedelmente riportato.

Simile nella sua ossatura a quella dell'82 la band dell'84 fa in questo quarto volume la parte del leone (quindici brani su trentaquattro) ed e difficile preferire un brano rispetto ad un altro.

Mi hanno colpito gli assoli di chitarra in Truck Driver Divorce e Carolina Hard Core Ecstasy, il particolare arrangi amento di Black Page, uno dei suoi cavalli di battaglia, ed il sontuoso assolo al sax tenore di Archie Shepp, guest star in Let's move to Cleveland.

Divertentissima infine la sequenza finale, fatta mixando brani dell'82 e del '84, che dimostra l'influenza dei fifties nella formazione musicale di Zappa. A questo proposito ricordiamo come «The closer you are» cover di un brano dei Channels (1956) era da tempo presente nel repertorio live di Zappa prima di trovare posto su «Them or us».

I due ultimi brani, infine, The man from Utopia e Mary Lou rivalutano, in questo contesto, un album di per se modesto come «The Man from Utopia» del 1983.

Riguardo ai due pezzi tratti dall'ultimo tour «Broadway the Hard Way» qui presenti, si e gia detto tutto il bene possibile di quei concerti recensendo «The Best band .... » uscito circa un mese prima questo quarto volume della serie «You can't do ... », per cui non aggiungo nulla a quanto gia detto.

Potremmo criticare di Zappa la eccessiva proliferazione delle sue uscite discografiche (due doppi Cd in un mese e altre cose si annunciano a brevissima scadenza) ma non certo l'originalita delle proposte musicali, la grande tecnica chitarristica, l'abilita di orchestratore e di arrangiatore, la sua intelligenza di manipolatore di suoni.

Non e poco e non e da tutti. Ascoltare per credere.

Piero Tarantola