L'eta beta del rock

By Bob Guccione Jr.

Rockstar, September 1991


L'idea di Frank Zappa scienziato pazzo è talmente radicata nel giardino delle mitologie del rock'n'roll che la sua origine è ormai assolutamente persa nella nebbia e, a chiunque si cimenti, risulterà impossibile risalirne la corrente per scoprire la sorgente. Eppure quando lo incontro, nella stanza buia in cui mi accoglie, pare anche per questo che il centro del suo universo, Frank Zappa mi appare giovanile, vestito con una T-shirt e bermuda, con i suoi capelli lunghi e grigi, i suoi baffi fin troppo sporgenti che arricchiscono l'intensità degli occhi. Mi sembra molto più che uno stregone in esilio.

La sua canzone più famosa è probabilmente "Don't Eat The Yellow Snow", pubblicata in un momento in cui gli anni Settanta avevano ancora moita credibilità, e il disco più "familiar" non è un disco suo, ma il "Valley Girl" di sua figlia Moon Unit, cui Frank ha collaborato. Nonostante questo, una,generazione che non soltanto non è cresciuta con la sua musica ma neppure era nata quando Frank divenne popolare, ha accettato l'assoluta preminenza di quest'uomo. Come una specie di ambasciatore, egli significa molto, rappresenta qualcosa di forte e di deciso. L'unico problema è che questa generazione non sa bene il perché di tutto questo.

Nella sua 25ennale carriera di artista, Frank ha pubblicato 50 dischi. E non posso escludere che pubblichi qualcos'altro al più tardi domani. Egli ha creato di tutto, dal rock'n'roll alla musica sinfonica. Poco commestibile per i mercanti della MTV, la sua impronta indelebile sulla cultura video venne lasciata nel 1985 durante il processo al cosiddetto Porn Rock, quando testimpniô in senato vestito di tutto punto, e vagamente conservatore: una ferita sonora ad un banchetto sonoro.

Zappa parla con voce profonda e con precisione tutta intellettuale spiega la sua visione del mondo, che è cupa, appassionata e forse alla fine anche ottimistica.

Insegnare cultura è davvero impossibile in America al giorno d'oggi? E' proprio vero che siamo vent'anni indietro, forse un'intera generazione indietro, e che non è pi possibile restaurare l'educazione giovanile?

Stiamo molto peggio. Ha ragione George Bush quando dice che l'educazione bisogna reinventarla da zero, ma forse non sono d'.accordo sui modi che lui suggerisce. Perché il vero e più straziante problema è che oggi ci troviamo difronte alla necessità di impartire cultura ad una generazione post-letterata, a gente insomma che non prova il benché minimo turbamento difronte ad un libro o difronte a qualsiasi informazione siampata, e che dovrebbe stare a cuore a chi pubblica i giornali ...

Infatti è cos ...

E se poi bisogna insegnare le verità fondamentali per "funzionare" normalmente corne esseri umani, la prima cosa da fare è dimenticare di ragionare alla grande e di dimenticare Germania e Giappone. Il fatto è che la funzionalità della vita media è assicurata in altro modo: corne si puô lavorare con personé che non sanno leggere e che rifiutano di farlo, abituate a ricevere informazioni da fonti audiovisive? Penso che si debba a questo punto incontrarsi a metà strada, installare apparecchiature in classe e far si che i ragazzi possano ricevere le informazioni giuste, quelle che non obbligano alla passività, con i sistemi che già conocono e ai auali si sono ornai a@datai il alla perfezione. Costa un sacco di soldi, ma va fatto. E se in California il sistema educativo ha realizzato un deficit di dodici miliardi di dollari, allora bisogna pensare a quei genitori che lo hanno permesso. Perché ovviamente ai genitori non gliene fotte un cavolo, dato che loro a scuola non ci vanno. E tra il pagare più tasse e il lasciare che ci pensi "il presidente dell'educazione" a far andare meglio le cose tutti sono sempre piu incl a mettere la testa sotto la sabbia come gli struzzi.

Pensi che ad un certo punto, negli anni passati, sia anche servito al governo che il sistema educativo fosse piombato in una tale crisi che alla fine nessuno pensava che ci si sarebbe potuti risollevare?

Non credo sia accidentale che ci troviamo in questa situazione. Perché soltanto una massa di gente totalmente impreparata dal punto di vista culturale e di coscienza civile puô assècpndare le cazzate. Soltanto chi si fa abbindolare puô tollerare nastri gialli e bandierine, parole bisbigliate e tizi strani che dicono frasi senza senso corne "il nuovo ordine mondiale": soltanto qualcuno che non ha sviluppato una sua capacità critica e di analisi, che non conosce né geografia né lingua inglese. Perché, certo, a conoscere bene la lingua, si puô anche provare qualcosa e quindi, forse, ci si puô anche ribellare. Adesso non conta più avere l'abilitazione dei vecchi "civics". I "civics" erano dei certificati che fino agli anni Sessanta erano obbligatori e fortemente richiesti. Infatti non si poteva avere la maturità senza i "civics" ( una sorta di di pl orna di educazione civica, n.d.t.). Durante l'apprendimento dei "civics" ti veniva insegnata la costituzione americana: purtroppo dopo la contestazione degli anni Sessanta, i "civics" sono stati aboliti e ne! curriculum di uno studente non sono più stati indispensabili. Vennero rimpiazzati con un'altra qualifica, credo "studi sociali".

L'America è un paese che vanta una costituzione favolosa e un mare di garanzie, una specie di contratto che vincola i cittadini allo stato, ma il fatto è che nessuno sa di che cosa si tratta realmente. E' il segreto meglio tenuto di questo paese. E pertanto, se uno non conosce i propri diritti, come puô difenderli? E, inoltre, se non sai cosa c'è scritto sulle carte, corne puoi accorgerti che qualcuno le manomette o ne calpesta il contenuto?

Come hai reagito alla guerra del Golfo, e poi allo sciovinismo e all'euforia che l'hanno seguita?

Ho reagito malissimo alla guerra in sé, che mi sembra folle che abbiano accettato di combattere. Basta guardare a quello che è successo in Iraq dopo la fine della guerra per capire che è stato completamente inutile mandare laggiù mezzo milione di uomini per togliere di mezzo la merda che c'era. Pessima, veramente pessima idea. A me sembra che la guerra del Golfo sia stata l'ennesima sconfitta della diplomazia, l'ennesimo, imbarazzante fallimento dell'O.N.U. nel pieno esercizio delle sue supposte funzioni, incapace di garantire il rispetto dei principi che regolano l'ordine internazionale. La guerra è stata fatta per assecondare una propaganda verbale che sostanzialmente era costruita sulle fatidiche parole di Bush che abbiamo già citato: nuovo ordine mondiale. Recentemente ho rilasciato un'intervista in Germania, e il giornalista che mi intervistava ad un certo punto mi ha chiesto: "Che ne pensi di questo nuovo ordine mondiale? Pensi che Bush sappia che sono le stesse parole che usava Hitler? Perché la sua mi sembra la stessa linea di Hitler". E sai cosa ti dico? Aveva ragione.

Qual è il motivo secondo te per cui l'America non ha completato la guerra, lasciando Saddam al potere?

Primo perché non c'era assolutamente la certezza di farlo fuori. E poi perché l'obiettivo, nel caso, non avrebbe dovuto essere l'elirninazione fisica di Saddam quanto, come hanno giustamente osservato alcuni commentatori, l'annientamento dell'intero partito Baath. Ma per far ciô hai idea di quanta fatica avrebbero dovuto fare? Non è uccidendo Saddam che ci si libera del partito Baath. Ed è un po' come pretendere di sradicare il partito comunista dall'Unione Sovietica. Quanti agenti segreti, quanti infiltrati Baath ci sono in Iraq e fuori? E' un progetto irrealizzabile. Il fatto è che per questo tipo di monarchie non c'è niente di più minaccioso della democrazia. Se i curdi o gli sciiti riuscissero a rovesciare Saddam, instaurando anche la forma più rudimentale di democrazia, questo metterebbe automaticamente in pericolo l'emirato del Kuwait e probabilmente l'intera famiglia reale saudita. Loro non vogliono nessun tipo di democrazia dalle loro parti. E certamente anche dal punto di vista economico americano, è sicuramente più agevole trattare con dei sovrani corruttibili che con un parlamento che assicura la legalità democratica e combatte le discriminazioni di sangue. E' più facile pagare un solo re con tutta la sua famiglia, per dirla in breve.

Comunque la reazione che si è avuta a questa guerra è stata un tentativo non soltanto di esorcizzare il Vietnam ma anche di distogliere l'attenzione dell'opinione pubblica dai fallimenti degli anni Ottanta.

L'unico modo di apprezzare gli anni Ottanta è non considerarli affatto. In dieci anni il 12% dei senzatetto sono veterani del Vietnam che non hanno un posto dove andare a sbattere la testa, il 30% è uscito di senno dopo che Reagan lo ha rinchiuso all'inizio degli anni Ottanta, e il resto sono famiglie espropriate durante la depressione dell'82/83, quando la strategia economica di Reagan iniziô a produrre i suoi drammatici effetti, nello stesso momento in cui altri presero a spendere miliardi di dollari per comprare "azioni spazzatura", affittando al prossimo aria fritta.

Quindi per sentire qualcosa di positivo a proposito degli anni Ottanta bisognerebbe uscire dalla condizione umana, perché negli anni Ottanta, di condizione umana vera ce n'è stata pochissima, e quella poca non è stata mai salvaguardata. Per fortuna la musica ci ha lasciato una testimonianza indispensabile di questo vuoto, di quest'era non tanto inutile quanto dannosa.

Ma la musica valida degli anni Ottanta era valida in sé o perla sua denuncia sociale?

Gera moita gente, corne me, che provava a fare le cose seriamente, per trasformare la musica in un servizio. Ma la realtà diceva sempre un'altra cosa, e allora la questione era che quello che ascoltavano tutti era quello che tutti vedevano. L'inizio degli anni Ottanta ci ha regalato la MTV, e la musica è cambiata per sempre, trasformandosi in un medium video, da audio che era.

Meglio o peggio?

Peggio, di gran lunga peggio. La musica va consumata attraverso le orecchie, e nessuno me lo toglierà mai dalla testa. Del resto, ciô non sarebbe importante se chi facesse musica dovesse davvero somigliare più ad un modello che a un cantante.

Ma le case discografiche hanno visto in questo cambiamento il più grande evento nella storia della comunicazione di massa, in quanto assicurava piccoli spot gratuiti, cioè i video. E cosi la coda ha cominciato a smuovere anche il cane. Alla rovescia. Le case discografiche ad un certo punto hanno cessato di assoldare gruppi che avrebbero potuto suonare al posto di gruppi con una buona immagine video, perché pensavano che anche un gruppo scarso artisticamente avrebbe sempre potuto trovare un buon produttore per metter su in modo accettabile uno schifo di canzone e vendela. E questo è successo un mare di volte. Cosi ci siamo ritrovati con un mucchio di figurini pronti a fare video dovunque ma senza testa e incapaci di fare qualsiasi cosa fosse poco più attinente alla musica. La giovane audience, che non sapeva niente di musica e non aveva la più pallida idea di corne affrontare un discorso sui rock, si è trovata a guardare la MTV allo stesso modo in cui si possono guardare i cartoni animati del sabato mattina. E la cosa ha preso piede. Non c'era più competizione, perché mancavano le alternative. Prima dell'MTV, se uno voleva un hit c'erano almeno 10.000 stazioni locali aile quali ci si poteva rivolgere per dei passaggi. Ora c'è MTV con "la sua playlist, sempre più esigua, e per entrarvi le case discografiche sono disposte anche a tagliarsi i coglioni. Ora esse sono schiave di MTV, non fanno un passo senza la MTV. E quando stanno per fare un video, chiamano sempre con mesi di anticipo per avvertire le maestranze dell'emittente, per informarle del contenuto, barbinamente, e supplicare un giudizio. Una procedura penosa, che fa capire che ormai MTV non è altro che un'illegittima commissione di censura davanti alla quale tutti si inchinano, sapendo che dalla sua sentenza dipenderà la loro fortuna o la loro bancarotta.

Ho cominciato ad incazzarmi sui serio con la MTV quando inventô il rock'n'wrestling, in cui si vedeva Hulk Hogan esortare i giovani a bombarsi di vitamine per diventare grandi e grossi corne lui, in aitre parole, per diventare dei veri americani. Un programma indegno, culturalmente anche più basso dei cartoni animati del sabato mattina.

Cosa pensi degli incroci del rap? Non voglio alludere a Vanilla Ice, perché quello davvero rimane un cartone animato, ma all'incrocio tra heavy black rap, moda, e stile di vita, proposto dall'audience bianca ...

Sincerarnente non ci trovo niente di male.

Neppure io, ma corne lo spieghi?

Mah, credo che negli anni Cinquanta sia accaduta più o meno la stessa cosa: all'epoca c'era un'infinità di gruppi neri che cantavano canzoni alla loro fidanzata. E siccome non tutti quelli che compravano questo o quel disco erano neri, moiti erano bianchi. Questi sentivano la canzone, gli piaceva e in più c'era il fatto che: " ... guarda, questa canzone si intitola col nome della mia bella ... ". Cosi andavano al negozio e cornpravano il disco, che diventava la canzone della loro vita. In sostanza, ·se la musica esprime qualcosa, non fa mai differenza di razze o di orientamenti religiosi. lnoltre, oggi, se c'è rabbia c'è rabbia, nera o bianca che sia. Del resto, la rabbia è una comodità. Dirô di più: io so che esiste una rabbia suburbana bianca che sta anche peggio di quella nera, perché non ha un pulpito, nessuno la sente e forse non ha neppure una vera e propria voce, che quella nera ha invece nel rap. E' gente emarginata da tutto, ma non sa corne dirlo al resto della comunità, perché sai bene che se i bianchi suburbani decidono di utilizzare il rap, è corne se si facessero prestare il megafono da qualcun altro: è come se non usassero la propria voce. Sarebbe corne copiare la trovata pubblicitaria di una ditta concorrente: copi ma non riesci ad esprimere te stesso.

Hai avuto un periodo d'affari in Cecoslovacchia. Puoi dirmi, secondo te, perché è tramontato l'est europeo?

Ha fallito il governo degli Stati Uniti.

Ma che vuoi dire?

Dopo che per anni hanno continuato a ripetersi: "ci piacerebbe abbattere il comunismo", dopo che per anni abbiamo speso miliardi per costruire le armi necessarie per distruggere l'impero del male, questo si è disfatto davanti ai loro occhi e senza aiuti esterni. Pertanto, ad' un certo punto, ci sarebbe stata la possibilità di andar li e contribuire fattivamente alla nascita della democrazia, cosa di cui ha parlato ogni presidente da Roosevelt in poi. "Ecco la democrazia,"la bella forte democrazia che tutti dovrebbero avere, e che da noi è anche meglio che altroue!". E sarebbero bastati un paio di dollari per ottenerla, con due o tre sedute per spiegare le modalità d'uso tipo: "Eco come funziona un sistema di libero mercato ... ". Insomma un aiuto amichevole. E invece niente.

Quai è stato il tuo background? Tuo padre, se non sbaglio, lavorava in una compagnia che produceva gas nervino.

Non era gas nervino, era gas alla senape.

E' vero che si offri come volontario per un esperimento?

Era un modo per guadagnare più soldi durante la guerra: si diventava porci per i porci interessi di scienziati che facevano dei test micidiali. Non ti dicevano mai di cosa effettivamente si trattava, ti spalmavano delle sostanze sulla pelle e poi ti coprivano con delle bende, corne una mummia. E papà spesso tornava a casa con due o tre bende sulle braccia, che gli prudevano e bruciavano da impazzire. Soffriva da morire, ma erano trenta dollari in più a settimana. Ancora non so cosa gli mettessero addosso.

Come era crescere in quell'ambiente? Aveva un'idea di cosa effettivamente fosse?

Lo capii credo a cinque o sei anni. Ammazzavano la gente. Mio padre praticamente era impiegato presso una ditta che produceva materiale per uccidere gli uomini.

E corne ti ha influenzato tutto ciô, o corne lo vedi adesso, a 45 anni di distanza?

Era una conseguenza della Seconda Guerra Mondiale. Era la guerra l'origine di queste follie. Ma ognuno la vede a modo suo. Mio padre era siciliano, e in quel momento della storia americana non era comodo essere italiani. Credo che per lui fosse doppiamente difficile mostrarsi patriota agli occhi degli americani purosangue, che poi non esistono.

E tutto questo corne ti ha condizionato fino ad oggi?

Ho capito che tutte queste cose le abbiamo fatte per molto, troppo tempo. Sono 46 anni che certi fatti accadono.

Che cosa pensi del punk?

Mi piace l'approccio del punk, non la sua sostanza musicale, perché il punk è praticamente anti-musicale. L'idea era questa: o.k., non suoniamo di merda, velocissimo e distorto, e allora? Ecco a me piace quell' "e allora?". Eppure, d'altro canto, debbo anche confessare che chi è contro la musica non mi piace, e in un certo senso il punk è contro la musica. Non mi piace la gente che spacca gli strumenti, non mi piace che moiti facciano cattivo uso di oggetti che possono essere fonte di cose belle.

Nessun punk ti sembra mai stato meritevole sotto il profilo squisitamente musicale? Che so, i Clash?

Uno dei dischi punk che preferisco è "Gidget To Hell" dei Suburban Lawns.

Ovviamente non hai mai realizzato un brano punk ...

E invece si ...

Hai fatto un disco punk?

Non un disco intero, ma alcune canzoni: per esempio "I'm So Cute" su Sheik Yerbouti.

Che idea hai del sessismo nell'heavy metal, nelle battute di Andrew Dice Clay e nel rap? Come lo colleghi alle critiche che ti sono state rivolte in passato, su come parlavi delle donne nei tuoi dischi?

Non credo ci fosse niente di grave nel modo in cui parlavo delle donne nelle mie canzoni. Sono ancora convinto di averle dipinte nel modo più giusto ed accurato. Perché le donne, caro mio, non sono mica perfette. E poi il succo di quello che cantavo io non erano tanto le donne, quanto gli uomini e le sciocchezze che fanno in certi casi. E loro, stranamente, non hanno mai protestato. E questo cosa vuole dire? Che gli uomini sono inferiori e ciô proverebbe la giustezza del punto di vista delle donne, secondo le quali gli uomini sarebbero cosi stupidi da non capire quello che fanno e talmente pigri da non aver minimamente voglia di ribellarsi? Oppure che sono le donne a pretendere ingiustificatamente sempre un trattamento di riguardo, sempre con guanti e giacca bianca, più o meno come pretende di essere trattata Israele? Cazzo, non si puô dire una cattiveria su un ebreo che subito ti bollano corne anti-semita! Se capita di dire che gli ebrei si stanno da anni comportanto corne i nazisti, che non mi pare dopotutto tutta questa bestemmia, a giudicare da quello che vedo a proposito dei palestinesi, ecco che subito scatta il marchio déll'infamia: antisemita! E non è vero perniente. Allo stesso modo, con le donne, se dici "le donne si comportano spesso da strone" arrivano i guai: antifemminista!

Per cosa ti hanno più criticato, in fatto di sessimo?

Per "Hewish Princess": anche questa stava su Sheik Yerbouti. A rompere le scatole fu un ente, una lega contro la diffamazione degli ebrei, che precisô che non esisteva nessuna principessa ebrea. La fondazione mi querelô e mi scagliô contro gli ebrei colti e incolti. lo rifiutai di difendermi, e alla fine loro fecero il mio gioco perché il disco ha venduto molto più di al tri.

Pensi che l'espansione e poi i risultati ottenuti dai movimenti di censura abbiano un senso?

Lasciami precisare un particolare sulla democrazia. Qualcuno per caso si ricorda corne Hitler andô al potere in Germania? Lo elessero. La gente disse: o.k., egli ha in testa la strategia giusta per tutti noi. Quindi, in democrazia, esiste sempre l'eventualità che un uomo possa essere votato come tiranno e che lo si possa eleggere a dittatore del mondo intero. E il luogo dove un simile fatto puô accadere con maggiori probabilità sono proprio gli Stati Uniti, dove i media sono saturi, l'analfabetismo crescente e la disperazione sociale incontenibile. Hitler approfittô dei fallimenti sociali e della rovina della democrazia di Weimar.

Noi non dobbiamo far altro che guardare con attenzione ai primi giorni della gestione Reagan. In quei giorni tutti questi fattori confluirono minacciosamente verso un unico punto di dissolvenza democratica. Innanzitutto egli godeva dei favori di tutti i fondamentalisti cristiani e di quelle tv evangeliche che lo aiutarono a diventare presidente. Poi c'è stata la depressione. Agli americani piace credere ai miracoli, gli piace pensare che esista la magia e quando praticano la religione non lo fanno mai ad un livello filosofico, ma ad un livello tale che nel mondo si puô anche assistere al miracolo di qualche santo: insomma è la religione fanatica dei bigotti, la credenza popolare alimentata dall'alto per tenere i fermenti di rivolta. ln America tutti sono convinti che Gesù puô fare qualcosa per loro. Un servizio che passa dalle nuvole direttamente nel tuo salotto. Sei distrutto, ti hanno licenziato proprio all'alba dell'amministrazione Reagan e tu, invece di guardare Madonna sulla MTV, ascolti degli strani ceffi che parlano di teologia e di prosperità. Se mandi i tuoi soldi ad un dato indirizzo, vedrai che Gesù non ti ha dimenticato, ne avrai la prova. Come comprare un biglietto della lotteria.

In questo senso, la libera circolazione dell'informazione rimane ancora la più grave e incombente minaccia sui sistema di vita americano. Per la destra, non c'è niente di più pericoloso che tutti possano accedere alla libera informazione. E sai da dove proviene tutto ciô? Dalla radice della teologia cristiana, dai tempi in cui Adamo ed Eva vivevano nel paradiso terrestre. Come si inguaiarono? Non certo per via di una mela, ma per il voler conoscere di più. Nessuno perô puô essere più furbo di Dio, e quindi l'accesso alla conoscenza delle cose è un danno per l'uomo. La conoscenza in se stessa è opera del demonio. Ma perché non dovremmo "sapere"? E cos'è che spinge a "sapere"? L'informazione. Taglia li che tagli alla radice.

Cosa servirebbe per guarire l'americano medio dalla sua cronica apatia, specie in tempo d'elezioni? Le nuove elezioni ci saranno tra meno di un anno.

Non è una questione di pungere una sola volta. E comunque non è facile pungere, in ogni caso. Ma, a prescindere da ciô, sto considerando seriamente l'ipotesi di candidarmi per le prossime elezioni alla Casa Bianca.

Ma va ... !

Ho già convocato due consulenti politici, verranno da Washington. Faremo uno studio di fattibilità e cosi vedremo che c'è da fare per avviare una campagna presidenziale. Ho in mente di concorrere corne candidato indipendente e di incitare anche gli altri a seguire il mio esempio, evitando di distribuirsi come al solito tra Democratici e Repubblicani. Del resto, i Democratici sono ormai al punto che non parlano e non sostengono più nessuna idea precisa, all'infuori del loro frustrato desiderio di essere repubblicani. Quanto ai Repubblicani, essi ormai vivono di nastrini, orchestrine, nascondendo dietro al clamore ignoranza, avidità e cattiveria. Non c'è più dunque molto da scegliere, e fa sincera pena vedere i Democratici incapaci di mettere insieme un discorso sensato, se si eccettua appunto quello nel quale confessano il loro desiderio di passare dall'altra sponda.

Ma avrai delle chance?

Non molte, ma una chance è sempre una chance.

Ne parli molto seriamente: non è che stai facendo un proclama?

Se lo facessi, avrei già iniziato la mia campagna. Il problema è che per fare una campagna accettabile, bisogna essere in ballottaggio in tutti gli stati. E ci vogliono milioni di dollari. E tutto prima di riuscire ad avere un solo spot.

La mia teoria è questa: invece di andare in giro corne fanno gli altri, bisogna che mi tenga fuori dalle primarie. Dunque niente Iowa, niente New Hampshire e cosi via. Tutto quello che debbo fare e dire è: voglio concorrere da volontario indipendente,voglio farlo. Voglio lasciare la musica per quattro anni. Questo paese mi piace abbastanza da spingermi ad abbandonare il mio Iavoro per tentare di governarlo in un modo più accettabile di quello usato dagli attuali governanti? Che cosa ha fatto di concreto George Bush? Ha riportato a casa l'esercito. Ma non avrebbe mai dovuto mandare laggiù quelle fottute truppe! E adesso pendiamo dalle sue Iabbra, lui è il presidente della riforma delI'insegnamento. Ma tutto andrà a puttane, te Io dico io. Il mio programma politico ha di molto interessante l'abolizione della "income tax" (tassa individuale con aliquota progressiva, n.d.t.).

E corne farai?

Bisogna toglierla a tutti i costi, in quanto all'origine era una tassa d'emergenza, quindi temporanea. Come i pedaggi stradali. In realtà la "income tax" è un racket: ti leva i soldi che haî guadagnato e basta. Una tassa si paga se haî comprato qualcosa, non perché hai lavorato. Ora si arriva ai misfatti dell'economia sommersa, che nessuno tassa perché nessuno vede.

Intendi anche smistare i soldi dei traffici di deroga colombiana verso il Canada?

Vorrei anzitutto risolvere il problema della "income tax". Il fatto è che si potrebbero risparmiare un sacco di soldi anche dal personale stesso dell'ufficio tributario, che se non esistesse più la tassa, non avrebbe più necessità di essere cosi sterminato. Credo che il Iavoro si potrebbe fare con il 5% dell'attuale organico.

Non facile perô.

Ed ecco l'altra idea. Supponiamo che ti dica che da domani non pagherai più l'income tax. Saresti felicissimo, perché avresti in tasca qualche bel dollarone in più da spendere, e non certo da mettere in banca. E cosi ci sarebbe una ripresa dell'economia, perché Llltti, con a disposizione 200 o 300 dollari, farebbero la stessa cosa. E cosa pensi che accadrebbe in borsa il giorno dopo l'abolizione dell'"income tax"? fi Dow Jones andrebbe alle stelle.

Ecco allora la mia proposta: si potrebbe studiare un piano quinquennale, cinque anni durante i quali le imposte su certi prodotti aumenterebbero al 12/14%. Non gli alimentari, perché se aumentano gli alimentari i poveri fanno giustamente la rivolzione e perché non vedo narcotraflicanti colombiani riempirsi casa di casse di confezioni di latte o di uova. Cinque anni di prezzi lievitati dovrebbero bastare per sanare il bilancio. A quel punto i prezzi verrebbero ribassati per mantenere la parità. Credo sia una buona ricetta economica.

Ma l'hai discussa con qualche economista?

Ne ho parlato con il mio coUaboratore che lavora all'ufficio del tesoro a Washington.

Insomma ho intenzione di fare una campagna presidenziale senza palloncini, e forse la più economica della storia degli Stati Uniti. Potrei starmene a casa, potrei andare in giro a partecipare ai talk show alla radio e rispondere direttamente agli elettori. E tutto questo cosa puô costare? Niente. Non credo al potere di cinquanta milioni di dollari per farti eleggere presidente. Non credo aile richieste di fondi governativi, anche perché poi per ottenerli sei costretto a rispettare tutte le regole.

Pensi che l'America reagirà positivamente al tuo progetto economico?

C'è solo un modo per appurarlo ...

E se dovessi vincere?

Non posso fare peggio di quelli che m'hanno preceduto.

Il minimo che potrebbe accadere è un risveglio delle coscienze ...

Il minimo. E sai corne vanno le cose in certi casi: la televisione, i confronti, l'imbarazzo di non saper cosa dire proprio un momento prima di dirla. E poi, al centro di una campagna presidenziale, si diventa tutti stupidi, quando c'è da combattere. Ma tu pensi che manderebbero qualcuno a parlare con me, almeno una volta, cosi tanto per ravvivare la faccenda? Non credo e, in ogni caso, non ho alcuna intenzione di discutere con queste persone. Per quanto mi riguarda, questi signori non esistono. Perché mai dovrei sedere davanti ad una telecamera e discutere delle loro stronzate? Questa è gente che non fa altro nella vita che sedersi davanti ad una telecamera e rincoglionirti di statistiche. E tu? Tu guardi la tribuna politica a casa e dici: "eh si, questo conose le ifre ... ". Ma sono soltanto fregnacce. In numeri.

Ti senti un uomo di satira?

Si, sono un compositore-sociologo-dello sfregio.

La mia ultima domanda è in realtà la domanda di una cameriera di 23 anni di Malibu: sei felice?

Oggi si. Domani, non so. leri, cosi cosi. Uno tende a sentirsi felite se giudica corne vive e quello che ha. Ma se uno guarda le notizie in TV, è difficile che si senta felice con tutto quello che succede in giro. Io passo molto del mio tempo libero a guardare il telegiornale. Ne sono dipendente. Se non guardo il telegiornale, guardo la tv spagnola. E mi distrugge.

(C) COPYRIGHT INTERNATIONAL PRESS SYNDICATE/SPIN
E ROCKSTAR PER L'ITALIA
DISCOGRAFIA A CURA DI MAURIZIO PETITTI