Frank Zappa "The Best Band You Never Heard In Your Life" "Make A Jazz Noise"

By Enrico Sisti

Rockstar, September 1991


FRANK ZAPPA
«The Best Band You Never Heard In Your Life»

Barking Pumpkin - CD

Titoli: Heavy Duty Judy/Ring Of Fire/Cosmik Debris/Find Her Finer/Who Needs The Peace Corps?/I Left My Heart In San Francisco/Zomby Woof/Bolero/Zoot Allures/Mr. Green Genes/Florentine Pogen/Andy/Inca Roads/Sofa #1/Purple Haze/Sunshine Of Your Love/Let's Move To Cleveland/When Irish Eyes Are Smiling/"Godfather Part II" Theme/A Few Moments With Brother A. West/The Torture Never Stops Part One/Theme From "Bonanza"/Lonesome Cowboy Burt (Swaggart Version)/The Torture Never Stops Part Two/More Trouble Every Day (Swaggart Version)/ Penguin In Bondage (Swaggart Version)/The Eric Dolphy Memorial Barbecue/Stairway To Heaven. Produttore: Frank Zappa. Brani Migliori: Zoot Allures/Stairway To Heaven/Let's Move To Cleveland.

FRANK ZAPPA
«Make A Jazz Noise»

Barking Pumpkin - CD

Titoli: Stinkfoot/When Yuppies Go To Hell/Fire And Chains/Let's Make The Water Turn Black/Harry, You're A Beast/The Orange County Lumber Truck/Oh No/Theme From L.umpy Gravy/Eat That Question/ Black Napkins/Big Swifty/King Kong/Star Wars Won't Work/The Black Page (new age version)/T'Mershi Duween/Dupree's Paradise/City Ot Tiny Lights/Royal March From L'Histoire Du Soldat/Theme From The Bartok Piano Concert 3/Sinister Footwear 2nd mvt./Stevie's Spanking/Alien Orifice/Cruisin' For Burgers/Advance Romance/Strictly Genteel. Produttore: Frank Zappa. Brani Migliori: The Black Page/Stinktoot/Advance Romance/Black Napkins.

Mancano all'appello il terzo CD doppio uscito contemporaneamente a questi due (You Can't Do That On Stage Anymore Vol. 4) e l'immane cofanetto di bootleg rivisti da Zappa stesso e incartati in un paccone da 120.000 lire in dischi e da non so quanto su CD. Zappa è un grossista del rock. Non gli garba più la vendita al dettaglio. Questo rende il suo prodotto spesso indecifrabile, qualche volta francamente irritante. Tuttavia almeno quelli presi in esame sono documenti dal vivo di elegante divertissement. Niente di nuovo, niente che uno non ci dorme la notte, niente di stravolgente che possa cambiare il giudizio su un clown colto corne Frank Zappa. Eppure a sentire il lungo intrattenimento jazz di Make A Jazz Noise, quasi interamente strumentale (se si esclude qualche ringhiata alla Ispettore Clouseau) e dove naturalmente per jazz si intende lo strapotere della fantasia su canovacci di canzoni lontane e su temi già lungamente vissuti dall'artista; insomma, ad ascoltare questo carro di Tespi in piena corsa c'è qualche volta da stupire per l'egregia forma del gruppo e per le trovate sceniche che, anche senza irnmagine, strappano qualche risata. E la cosa, corne si puô appurare distogliendo lo sguardo da Zappa e da chi lo segue, non è certo consueta nel serissirno mondo del rock'n'roll. La prima mezz'ora di Make A Jazz Noise è da antologia delle cose "poco serie" in formato "profondità prima di tutto". "Stinkfoot" è uno straccio di Apostrophe, cioè del Zappa più lucido, appena uscito dalle mattane di Over-Nite Sensation. "Black Napkins" viene dalle sbrigliate atrnosfere di Zoot Allures, ma non facciamo neppure in tempo a sbarcare nel mondo di educata immoralità di quel tempo (l'album era del 1976) che sprofondiamo in Uncle Meat (1969) con "King Kong" e in Waka Jawaka (1972) con "Big Swifty". Tema della serata, la sdrammatizzazione su vasta scala dei riferimenti culturali su cui il rock ha da sempre confidato per trasmettere ai suoi figli un'educazione trasversale. Presa in giro garbata di se medesimi, dunque, sbarellante ironia di fondo sulla credibilità delle conquiste troppo sbandierate. Il locale in cui si precisa che il gruppo di scena intende "fare rumore jazz" è una specie di bicocca messicana sperduta nel deserto in cui un minaccioso bouncer tiene sotto controllo la situazione fumando un sigaro degno di Humphrey Bogart e delle sue smorfie tetaniche.

Più classico, l'altro CD è una replica dei più bei momenti della carriera live di Zappa. Canzoni letteralmente ribattezzate e citazioni a volte quasi offensive ("Purple Haze"), a volte intenzionalmente superficiali ("Sunshine Of Your Love") a volte bellissime ("Stairway To Heaven"), con al posto dell'assolo di chitarra di Jirnmy Page si fa strada un incredibile assolo di gruppo dei fiati della band, da sentire davvero, voto 10. Se in Make A Jazz Noise compariva la Carmen di Georges Bizet, qui inciampiamo nell'immancabile Baiera di Maurice Ravel, in un concerto per pianoforte di Bela Bartok e ne La Storia Di Un Soldato di Igor Stravinskij. Seguono note appoggiate qua e là sui cinema dei sogni italo-americani de Il Padrino di Francis Coppola (ma meglio dire, in questo caso, di Nino Rota) e sulla tv ottimista della mitica serie western di Bonanza. In chiusura, prima del tributo ai Led Zeppelin, un memoriale di Eric Dolphy che, per la felice idea di un cuoco arteriosclerotico, diventa un barbecue per ricchi annoiati. Notevolissirni. Troppi, tanti, ma notevolissirni.

Enrico Sisti 8/10; 8½/10