Zappa/Ensemble Modern "The yellow shark"

By Maurizio Becker

Ciao 2001, 21 December 1993


Zappa/Ensemble Modern
The yellow shark
(
Barking Pumpkin)

Questa recensione doveva avere un sapore completamente diverso. All'atto di consegnarla Zappa, per quanto malconcio, era ancora fra noi e quasi quasi iniziava a sembrarci immortale. Giocando sul filo del paradosso, ci sembrava divertente ipotizzare che il Duca fosse in realtà già trapassato, e che questo "The yellow shark" (come del resto le prossime inevitabili emissioni) fosse il frutto del lavoro di un fantomatico Zappa Family Trust, impegnato per statuto a perpetuare la Leggenda. Purtroppo, la realtà è più banale: il 4 dicembre, in silenzio, Zappa se n'è andato. È stato un anno da dimenticare, a maggio Sun Ra, adesso lui. In quanto sua ultima testimonianza in vita, "The yellow shark" è un'autentica manna. Ma al di là di un mero interesse cronachistico, splende del suo intrinseco valore musicale: perché per la prima volta, l'ideale febbrilmente inseguito da Zappa di una messa in scena orchestrale, classica, colta della sua musica raggiunge qui una concretizzazione realmente perfetta. Il progetto "The yellow shark" coinvolge l'Ensemble Modem di Frankfurt, un organico di diciotto giovani musicisti classici fondato nel 1980 sotto l'egida della Junge Deutsche Philarmonie, integrato da altri otto straordinari strumentisti e diretto dal giovane Peter Rundel; ma anche dal duro lavoro del compositore/ arrangiatore Ali N. Askin e di Todd Yvega, piccolo mago del Synclavier, il campionatore di suoni cui Zappa si era da qualche anno dedicato e che ad esempio ha frullato "The perfect stranger" dell'84, diretto da Pierre Boulez. Assieme, Askin e Yvega hanno dovuto trascrivere tutta la musica campionata da Zappa in partiture leggibili per i musicisti dell'Ensemble. Inoltre, per la prima volta un'orchestra di estrazione classica ha suonato in maniera tecnicamente simile a quella adusa nei concerti rock, e cioè con un'amplificazione: dotati ciascuno di monito da palco, i ventisei strumentisti arrivavano alle orecchie del pubblico in sala attraverso un sofisticato sistema a sei canali, secondo un rigoroso premissaggio scientificamente elaborato da Zappa nella quiete del suo laboratorio domestico, il mitico Utility Muffin Research Kitchen. La cura maniacale della diffusione sonora (ma anche delle trascrizioni, degli arrangiamenti e delle prove, ne troverete esauriente narrazione nel bel booklet) trova riscontro nel risultato finale: mai la musica seria cli Zappa, quella orchestrale e cameristica, ha brillato di luce così pura. Andreas Moehlich-Zebhauser, manager dell'Ensemble Modern, sottolinea come Zappa, più di ogni altro compositore (più di Ives, più di Stravinskij, più di Mahler) sia riuscito a fondere in un unico linguaggio elementi di musiche e stili terribilmente lontani tra di loro, senza tuttavia scadere nel dilettantismo né involgarire alcuna delle matrici originarie. Musica contemporanea, arrangiamenti di antichi successi ("Uncle meat", "Pound for a brown", "Dog breath variations"), elementi jazzistici, scherzi elettronici, tutto convive in un sound unico e modernissimo: il duello pianistico di "Ruth is sleeping", il quartetto d'archi in "None of the above", la sorprendente rilettura del "Be-bop tango", la teatralità di "Food gathering in post-industrial America, 1992", la satira al vetriolo di "Welcome to the United States" (recitazione dell'assurdo questionario fornito dall'Ufficio Immigrazione del Dipartimento della Giustizia americano e chiunque voglia entrare negli States), la ubriacante sarabanda della conclusiva "C-Tornado".

Stavolta non è una nostalgica recensione al Genio che fu: Zappa ci ha riservato il suo gran finale.

Titoli: Intro, Dog breath varialions, Uncle meat, Outrage at Valdez, Times beach II, III revised, The giri in the magnesium dress, Be-bop tango, Ruth is sleeping, None of the above, Pentagon afternoon, Questi cazzi de piccione, Times beach III, Food gathering in post-industrial America 1992, Welcome to the United States, Pound for a brown, Exercise n. 4, Get whitey, G-spot tornado.