The Mothers Of Invention - Cover Art - Burnt Weeny Sandwich

By Nicola M. Spagnoli

Raro!, February 2005


Il disco, uscito subito dopo la consacrazione jazz-rock di Frank Zappa con Hot Rats del febbraio 1970, che praticamente lo oscuro del tutto, contiene materiale dei due anni precedenti e può considerarsi una summa dell'arte "zappiana" passata e (perché no) futura. Non considerato più di tanto né dalla critica, né dal pubblico, che avevano dato il giusto rilievo specialmente ai precedenti doppi Freak Out ('66) e Uncle Meat ('69), contiene invece dei piccoli capolavori innanzitutto dello stile più tipico di Zappa, come nel doo-wop iniziale e finale di WPLJ e di Valarie, fra cui sono incastonati lunghissimi brani strumentali (22 minuti) ed altri più corti, anzi, cortissimi (due di pochi secondi).

Dello Zappa colto e classico-contemporaneo abbiamo due piccoli omaggi a Stravinsky, Phase One e Two di un Igor's Boogie telegrafico; delle esibizioni dal vivo vengono inseriti due brani europei del (politicamente) contestatissimo concerto di Berlino del 1968 che l'artista battezza ironicamente Holiday In Berlin; un brano di solo piano di Ian Underwood, Aybe Sea; il tema di Burnt ed un trascinantissimo pezzo che copre quasi tutta la facciata B, The House I Used To Live In, pieno di assoli memorabili, oltre che di Underwood, di Don Preston al piano, del violino di Don Sugarcane Harris e dello stesso Frank in una rara pertormance all'organo (quello vero).

Un omaggio, quindi, di Zappa ai vecchi Mothers che già non esistevano più, come del resto sarà anche la successiva raccolta dalla scioccante copertina Weasels Ripped My Flesh e che, secondo il progetto iniziale, doveva essere completato in dodici LP.

Ma Burnt vale soprattutto come il più alto momento artistico dell'autore preferito da Zappa per le sue copertine, quel Cal (che sta per Calvin) Shenkel che si è divertito con oltre la metà della produzione del buon Frank, in pratica con tutte le copertine "buone", ma non solo. Cal ha infierito su Captain Beefheart a partire dal grandioso Trout Mask Replica, sui Fugs (Golden Filth), su Tim Buckley (Sefronia e Look At The Fool) e Tom Waits (Closing Time, Heart Of Saturday Night, Nighthawks At The Diner, Small Change) tanto per citare i più grandi e ancora sullo Zappa postmortem (1993), con l'etichetta Rykodisc che ogni tanto jpolvera l'immenso catalogo "zappiano". A dire il vero, originariamente questa copertina era stata pensata per un album di jazz "puro", un disco di Eric Dolphy ma Zappa, che allora collaborava attivamente anche alla parte grafica, se ne innamorò e la volle, non a torto, tutta per sé.

Come Zappa era affascinato dalla millenaria cultura (anche musicale) europea ed europei erano i suoi veri estimatori, così Shenkel, forse primo americano, scelse -- ma già con Uncle Meat gli era entrata nel sangue -- una corrente artistica nata nel cuore dell'Europa, in Francia per la precisione: quel Nouveau Réalisme teorizzato da un grande critico come Pierre Restany nei '60.

La dissacrazione dell'immagine era già una prerogativa, mezzo secolo prima, del movimento Dada ma i nipotini di Duchamp all'ironia aggiungono la ricerca poetica riconoscendo anche nel rifiuto urbano, di cui ci si riappropria, tracce di valori che vengono elevate e consacrate a forme d'arte. Tutto è quadro, tutto è arte.

L'accumulazione di oggetti di Daniel Spoerri restituisce agli stessi le proprietà di armonia, stranezza o aggressività che già possedevano singolarmente; le compressioni di macchinari ed oggetti di César o di Arman riconoscono l'espressività del reale sociologico e le lacerazioni ldi manifesti di Mimmo Rotella (l'unico italiano del movimento) ci fanno riflettere sulla cronaca di ogni giorno e quindi sulla vita. La materia viva ed il colore di Yves Klein, le macchine ribelli di Jean Tinguely o gli impacchettamenti di Christò fino ad arrivare agli estremi surreal-terroristici di De Saint-Phalle concludono questo nuovo avvicinarsi al reale che troverà emu i, ma successivi, un pò ovunque, America compresa. Anche la "normalità" del gesto (e delle parole del balloon) nella foto di seconda di copertina, riferibile a John Williams come il design fotografico dell'interno, ci riportano al clima del messaggio della front cover: l'addentare con cupidigia una grande ruota di ingranaggio industriale è una presa in giro provocatoria della società dei consumi che tutto ci fa ingoiare spacciandocelo per buono e gustoso.

Peccalo che, con tulle le ristampe e le rimasterizzazioni di Mothers e Zappa, giustamente rivalutato anche come uno tra i più importanti compositori classici del '900 (basti sentire i tedeschi dell'Ensemble Modern dal loro primo lavoro, The Yellow Shark, realizzato proprio con lui nel '92, o l'ultima recente incisione di materiale "zappiano" The Greggery Peccary & Other Persuasions), nessuno abbia ancora pensato a questo disco di cui circola solo un infelice riversamento su cd non da matrice originale.

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